NELL’ACQUA C’E’ UN “BUCO NERO”.
Calma piatta. Il leader dei Liars è qui un superstite malridotto e semi incosciente su una sorta di zattera alla deriva in mezzo all’oceano. Il sole e l’arsura hanno già lasciato il segno e come se non bastasse, anche uno strano fenomeno si manifesta agli occhi del naufrago; sembrerebbe tutto perduto ormai e la coscienza dell’inevitabile tramutata in rassegnata attesa.
Scorgere una barca poco distante forse rianima l’istinto di spingersi oltre e procrastinare l’ultimo anelito…..un conforto?
Ma una volta raggiunta, nella speranza di trovare salvezza, in realtà lo scenario sarà ben altro, l’imbarcazione allo sbando rivelerà il suo carico di morte che si è già impadronita della sparuta ciurma riversa tra i resti di una catastrofe misteriosa. Da lì a poco, una massiccia grandine di meteoriti, come catalizzata in quell’unico punto, si accanirà sull’incredulo e sbigottito protagonista.
Tra momenti blues dalla cadenza funebre e riff massicci e spasmodici, una specie di survivor privo di punti cardinali e dai contorni metafisici che con pochi elementi e una fotografia livida, riesce a mantenere quel misto di tensione e partecipazione sull’incombente epilogo.
LIARS. ANDY BRUNTEL. 2010.
