IN DUST / IN US / BINKBEATS (ROGIER VAN DER ZWAAG)

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COREOGRAFIA PER ANIME LIBERATE.

Questo video non richiede grandi sforzi di interpretazione.

Nessun doppio significato e nessuna metafora.

È immagine. Sintetica, creativa, estetica immagine.

Alito di colore e forme. Fuochi nel buio, tessuti impalpabili al vento e gesti artificiali come una danza senza corpi, come azioni senza materia. Movimenti in sincrono in un riassunto estremo come la scia o l’ombra che lascia il passaggio

Gesti immateriali e impermanenti animati da una musica incalzante.

Sincronia. Simmetria. Spazio e poi niente.

Sono attratto da quel caleidoscopio gommoso ed etereo.

Mi ci perdo ipnotizzato a guardare e ogni volta, come per un paesaggio notturno mosso dalla tempesta dove l’occhio non distingue, come per giochi d’acqua guardati con occhi semi chiusi, vedo figure che non ci sono, sento presenze che non sono arrivate.

Non vedo niente e mi perdo in quella visione.

Non comprendo niente e godo di quella percezione.

Documentandomi un po’ sulla sua realizzazione scopro che è un vero e proprio esperimento visivo portato avanti per molti mesi. Non è computer graphic e alla base non c’è arte digitale ma riprese di oggetti, tessuti, colori mossi in liquidi e specchi. Una vera coreografia agita nel reale e non gestita con qualche processore o programma 3D.

BINKBEATS. Rogier van der Zwaag. 2017.

Qui ci trovate il Making of ma un consiglio, prima di rovinare la magia col reale, perdetevi ancora un po’ in  “In Dust / In Us”.

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