PRO ANTI ANTI / LIARS (YOONHA PARK)

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IL VIDEO PER COLORO CHE PENSANO A DEFUTURARSI!

Si dice che proprio in queste ore postpandemiche e di preapertura c’è chi passa parecchio tempo a prendere in considerazione l’ipotesi dell’ibernazione. L’obiettivo è la sopravvivenza in eterno, fondata sul sogno di quel transumanesimo che abbiamo imparato a conoscere nelle rubriche che si occupano di scienza.  Non c’è che dire: sono affascinanti quei contorni un po’ visionari, quel futuro della specie umana destinato a sconfessare l’evoluzione e a trascendere molti limiti attuali. Insomma, qualcuno pensa a sé stesso come una sorta di nuovo fenotipo antropologico. Secondo questi pazzi, ci vorrà poco: mettere il proprio corpo – o perlomeno il proprio cervello – sotto ghiaccio e poi aspettare. Aspettare tutto il tempo necessario a trovare una cura non per le malattie, ma proprio una cura definitiva contro la morte. Non so se l’idea abbia a che fare con una specie di immensa resurrezione generale, ma la cosa è conturbante assai.

Questo video dei Liars, Pro anti anti è invece la versione australiana di un sogno cyborg irrimediabilmente infranto. Il video è infatti la cronaca o ricostruzione minuto per minuto della creazione delle teste dei due della band (Angus Andrew e Aaron Hemphill), tramite l’utilizzo di vera tecnologia americana 3D e della collaborazione di una famosa compagnia di designers anche questi americani. Per la precisione si tratta della New Project di Brooklyn, famosa nel mondo del gaming.   

Non intendo spoilerare, ma questo video mi fa capire che non possiamo fingere che la morte non sia un problema. Quel che stiamo cercando di fare da tempo (ma senza riuscirci evidentemente) è di non parlarne, ottenendo in cambio una specie di spostamento del futuro. Una defuturizzazione che rimanda tutto a una “data da destinarsi” ma che in realtà ci mette nella trappola del presente esteso. In trappola davvero, perché questa gabbia non solo non ci permette di evadere, ma si ripete sempre uguale a sé stessa!

Questa creazione di busti identici agli originali invece è la possibilità di una grande trasformazione e la risposta a quella specie di bisogno di museificazione della nostra identità, del nostro passato e di ciò che ci identifica nella speranza di proiettare tutto sul presente e sulla possibilità di condividerlo con gli altri, piuttosto che con sé stessi in futuro.

Queste cere, del tutto aderenti alla realtà mi sembrano una specie di rifiuto del passato, espressione dell’incapacità di farci i conti, sia ora che in futuro. La musica che esplode rabbiosa in una specie di primordiale rituale elettronico, mostra come l’a-temporalità sia il risultato di questa tendenza.

La caducità di queste teste è sinonimo della temporaneità che potrebbe anche essere una fonte di sicurezza e tranquillità.

Alla fine, fateci caso: ciò che vediamo è come il modello della collezione museale permanente ceda il passo a quello della mostra temporanea!

Liars. Yoonha Park. 2014.

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Roberto Nile
Ospite
Roberto Nile
3 anni fa

Bello
Biennale di Venezia subito…

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