SINEW / PURITY RING (TOBIAS STRETCH)

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TROPPO “ALTRO” PER ESSERE RACCONTATO

Quando arriva il momento di interrogare la nostra sensibilità, di farsi domande sull’impatto che una certa opera (sia essa un libro, un filmato, un dipinto) ha avuto su di noi in quanto pubblico, spesso viene naturale riavvolgere il nastro, fare dietro-front, tornare alla visione d’insieme e mettere nero su bianco ciò che tale opera effettivamente e superficialmente è, come si manifesterebbe allo sguardo imparziale e freddamente obiettivo di una macchina fotografica: descrivere ciò che viene mostrato, in poche parole. Una volta sistemata la trama del romanzo, determinata l’azione del video, enunciato il soggetto del quadro, allora si può partire con un’analisi più profonda, più intima e centrata sui mille significati e le innumerevoli sensazioni che si nascondono sotto la scorza della mera apparenza.

Ebbene, il video che l’animatore-scultore Tobias Stretch ha creato per i Purity Ring non si presta a un simile trattamento. Impossibile discutere di una composizione del genere senza fondere all’illustrazione delle immagini le impressioni che queste rilasciano sulla nuda mente dello spettatore.

La visione stessa è un’emozione materializzata. Un sogno alieno, lontano e immanente, sfuggevole e concreto, spaventoso e dolcissimo. Personaggi lanuginosi dagli occhi insettoidi, rivestiti di fiori e peluria, immersi nella vegetazione autunnale e coperti da tinte innaturali; la consistenza tremolante dei loro corpi, le esalazioni di Unheimlich che emanano dal loro aspetto insieme alla familiarità balocchesca dei loro sorrisi, presi forse in prestito da qualche pupazzo di peluche che adoravamo da piccini e che adesso starà a prendere la polvere in un vecchio solaio in campagna.

Arcane figure, figure impossibili, che ci guardano negli occhi, ci accolgono, ci mettono a disagio, ci chiedono di abbandonarci alla bellezza della loro estraneità. E perché scontentarle? Perché non fidarci? Seguiamole nella perdizione carezzevole dell’insania, nella sublimità dell’incoerenza. E non voltiamoci indietro, almeno finché la musica dura.

E semmai basta premere il tasto “replay”.

PURITY RING. TOBIAS STRETCH. 2020.

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