GIOCHIAMO ALLA GUERRA?
I grandi contrasti mondiali, le dichiarazioni di guerra sono solo capricci di un bambino che svegliatosi storto e di pessimo umore, darà del filo da torcere a cominciare dal ristretto entourage di consiglieri e generali sconcertati e irritati.
Un esperimento audace e bizzarro che tocca problemi geopolitici di assoluta gravità, mettendo in ridicolo le forme e i modi del potere autoritario, buttandola sul piano ludico (contrastato però anche da inquietanti immagini d’archivio di guerre, parate militari e funghi atomici) in cui le più alte cariche mondiali vestono i panni di despoti in miniatura, che senza remore si istigano e si insultano lanciandosi improperi e minacce al telefono, fregandosene di etichette o del savoir-faire diplomatico.
Quelli a cui assistiamo divertiti (viste le espressive facce dei protagonisti) sono solo giochi di guerra, fredda o calda che sia, o piuttosto frutto di fantasie infantili?
Oppure viceversa, capovolgendo la prospettiva, non sarà che l’opinione pubblica ha da sempre raffigurato gli uomini al potere come dei bambini capricciosi?
Intanto battete i pugni piccoli dittatori, scalciate, rubatevi i giocattoli, urlate il vostro disappunto finchè potete, tanto alla fine ci sarà l’ombra autoritaria di una (metaforica?) super istruttrice dispotica che penserà a mettervi in riga.
YOUNG FATHERS. SALOMON LIGTHELM. 2018.