IL SOGNO DEL MARINAIO.
Mentre il protagonista dorme beato nel suo letto, come nel film fantasy “una notte al museo” i numerosi tatuaggi vintage marinareschi cominciano pian piano a “risvegliarsi” e prendere vita ritmicamente contendendosi lo spazio bidimensionale a forza di colpi e contraccolpi, in un impeto dal sapore avventuroso e naif.
Scattose stelle marine, sirene con chitarre, una rosa dei venti rotante, teschi e maschere attraversati da scimitarre, cavallucci e conchiglie che si attivano l’un l’altro come in un meccanismo o nell’effetto domino.
Polipi giganti o mostri marini che sembrano uscir fuori dalle illustrazioni in b/n dei libri per ragazzi degli anni ’50, aggrediscono un galeone, dove lo stesso Stephen Malkmus in veste di capitano, dovrà difendersi lanciando la propria chitarra tra minacciose ondate e venti furiosi.
Un simpatico exploit sul mondo dei tatuaggi, apparentemente semplice ma dinamico nonostante l’immobilità del “set” su cui la scena si anima prima sul lato A e poi sul lato B del “lupo di mare” dormiente del tutto inconsapevole del grande trambusto.
Stephen Malkmus & The Jicks. Scott Lyon. 2004.