BOY IS DEAD / BITING ELBOWS (ILYA NAISHULLER)

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È L’ARTISTA CHE UCCIDE IL SUCCESSO.

Quando si dice “essere colti di sorpresa”!
I ribaltoni prospettici e contestuali che il regista del video (nonché cantante degli stessi Biting Elbows) sottopone allo sguardo e alle orecchie dello spettatore partono sin dalle prime battute, quando un filmino di stampo amatoriale inquadra l’esibizione di un buffo bambino vestito da coccinella con una fisarmonica fra le mani. Non esattamente quello che ci si aspetta dopo un disclaimer animato, che pare uscito dai bei tempi di Newgrounds, in cui sfavilla il divieto ai minori di 18 anni! Ma torniamo al video: assistiamo a un concertino per giovani talenti, e i prossimi artisti in cartellone sono le Boy Is Dead, gruppo death metal al femminile che finisce per scandalizzare l’impreparato pubblico.
Altro colpo di scena: il filmato casalingo altro non era che un recupero d’archivio trasmesso in diretta televisiva! Un semplice antipasto aneddotico che dimostra quanto le Boy Is Dead siano cresciute nel corso degli anni. Il carismatico presentatore è infatti lieto di annunciare una delle girl band più in vista del momento, che suonerà in studio davanti a milioni di telespettatori.
E le vediamo, adesso, le Boy Is Dead, in un flashback dietro le quinte: patinate e frizzantine, colorate pop star strettamente sorvegliate dall’algida manager, serve dello show business destinate a sessioni interminabili di trucco e parrucco, valanghe di outfit alla moda, feste in club esclusivi e spettacoli a catena. Altro che grettezza metallara, altro che grinta “de core”! Fama e successo corrompono anche lo spirito più genuino, rivestendolo di lustrini e accessori, riducendolo alla dimensione di un bene di consumo da gettare alle masse.
E le quattro componenti della band sembrano gioire ogni singolo istante della loro cosiddetta fortuna, assaporandone l’assuefacente onda d’urto in barba a qualsiasi ripensamento “morale”. O forse no…
Pare infatti che la batterista non abbia mai chiuso del tutto gli occhi, percependo la lenta discesa verso l’abisso nauseante della commercializzazione, prendendo coscienza del sintetico che regola la quotidianità sua e delle sue compagne. Quando poi, in un tumulto di bambinette urlanti e dischi rosa shocking, una giovane fan le chiede di autografare un vecchio album, risalente agli anni remoti in cui ancora sembrava esserci un fresco ideale in cui credere, va consolidandosi una rampa di lancio indirizzata ad abissi di altro genere. L’incontro con un diavoletto rosso affetto da nanismo non fa che accelerare il processo.
Ed è al terzo atto che si riconosce infine la mano registica di Ilya Naishuller, autore di lungometraggi quali Hardcore! e Io sono nessuno, vere bombe di frenesia e violenza videoludica: gli argini della sopportazione della nostra batterista cedono una volta per tutte, liberando una foga omicida degna del Patrick Bateman di American psycho. Sgozzamenti, pugnalate in volto, litri di sangue, deliri stroboscopici al neon cadenzati da montaggi ipercinetici: la protagonista si spiana la strada per la vendetta contro quello stesso sistema che l’ha umiliata e depersonalizzata, contro chiunque ne faccia più o meno direttamente parte. Ma non ci si può aspettare di rifugiarsi nel male senza subirne le conseguenze…
Ecco, ora si spiega il monito ai minorenni nel disclaimer a inizio video!
Ma i twist non sono finiti: la conclusione torna di volata allo studio televisivo del prologo, dove le Boy Is Dead riappaiono vive e vegete, dove forse c’è ancora un modo per redimersi senza scomodare demoni e tristi mietitori.
Naishuller ha fatto centro: quale via creativa per un musicista di esorcizzare l’opprimente parassitismo di un’industria da merci umane!

BITING ELBOWS. ILYA NAISHULLER. 2020.

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