COME /JAIN (GREG&LIO)

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QUANDO IL SURREALISMO CANTA E DANZA LA FELICITA’.

All’interno di due o tre mondi impossibili come partoriti da un sogno c’è una ragazza dal volto pulito e un vestitino nero che armeggia con parecchie braccia per esplorare l’infinito, i riflessi, la simmetria e la prospettiva. La ragazza sale e scende contemporaneamente le scale di casa sua come in una tavola dell’artista olandese M. C. Escher, gioca a scacchi contro sé stessa come in una fotografia di Duchamp e si nasconde tra i rami di un albero per farsi uno scherzo come in un quadro di Magritte.

Il video Come è nei contenuti e nella forma molto simile al resto della discografia di questa artista francese cresciuta in molti luoghi dell’Africa e la sua musica viaggia e percorre geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti. I messaggi positivi sono ovunque e sono fatti di parole a favore dell’integrazione tra i popoli, del Congo e dei moltissimi viaggi della speranza. Certamente sono immagini paradossali ostinate e letterarie che si associano a parole dette con un ottimismo fresco che in questi anni si è accaparrato l’attenzione di pubblico e critica.

Dal punto di vista grafico, è evidente che il video è un intenso omaggio al Surrealismo, frutto forse dei passati studi artistici fatti da Jain prima che si dedicasse alla musica, ma è mosso anche da una crescente irrequietudine che me la fa apprezzare e guardare con la curiosità e che riserva ad una giovane artista la possibilità di trasferire il senso di quel movimento artistico nell’ambito della musica pop, forse con gli stessi intenti con i quali si è manifestato nella mente dei suoi protagonisti. Quelli cioè che – con la loro arte – volevano negare la credibilità del reale.

Questa esplorazione delle infinite possibilità della visione mi ricordano infatti, sia come si progetta una composizione, che come si alterino i limiti fisici imposti dalla realtà. Jain lo fa con testi che rimandano proprio al necessario superamento della distanza tra Occidente e terzi mondi sparsi qua e là nel nostro pianeta e con immagini molto intriganti. Le dimensioni della considerazione mondiale all’Africa vengono dilatati nel video perché la prima ad ampliare lo sguardo è proprio questa ragazza di origine afro-francesi che vuole evocare simultaneamente due e forse più mondi differenti.

Queste le parole che mi piacciono molto e che nella sonorità della voce mi ricordano Miriam Makeba, Aretha Franklin, molta musica jazz, le percussioni africane, ma anche l’elettronica, il reggae e l’hip hop.

My soul, my soul is in Africa, with you boy

Come, come, my baby come

I will show you the world

Come, come, my baby come

I will cover your nightmares

Come, come, my baby come

I will love you forever

Come, come, my baby come

I will not let you go

Jain ci chiede di vedere due mondi diversi nello stesso identico luogo – il pianeta terra – e nello stesso tempo e  ci fa sentire come se fossimo in balia di un incantesimo. Nel video quindi, elaborato dal duo creativo Greg & Lio, ciò che non è proprio possibile (e cioè che un corpo, possa essere lì ma anche in un altro luogo), ci dimostra che partire, andare e viaggiare in genere serve per inventare nuove visioni di ciò che consideriamo impossibile. Il duo che ha realizzato il video è dunque in perfetto stile con questa giovane artista che sa stare in molti posti contemporaneamente e facendolo ci dà l’illusione e la sensazione eccezionale di riuscire anche noi in questa esperienza dei sensi del tutto inedita: quella della convivenza pacifica dei popoli fatta di canzoni orecchiabili, di danza e di immagini che sembrano spinte da un movimento clandestino di resistenza che punta alla felicità.

JAIN. GREG&LIO, 2015

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Vincenza
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Vincenza
3 anni fa

Musica gradevole e veste grafica impeccabile nella sua ricercatezza (che mi pare gradevolmente) ironica.

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