SOTTO I RIFLETTORI PER UNA NOTTE.
Una notte come tante, per le vie di un quartiere tranquillo illuminato dalla luna piena, l’iconico guanto brillantato di Michael Jackson è intento a raggiungere, con fare spedito
un ragazzo che se ne sta beatamente a dormire nel suo letto, per designarlo “erede” artistico della star del pop. Una volta preso possesso della mano, il talento dell’uno, passerà improvvisamente all’altro e il corpo del ragazzo comincerà a muoversi con gli stessi celebri passi e gesti dinoccolati e scattosi, dando vita a spettacolari assoli per le vie della città, come “posseduto” quasi in stato ipnotico e così riattualizza ricontestualizzando alcuni celebri scenari degli anni ’80 ormai icone nella mente di tutti. Nella parte finale, è sempre la luccicante mano guantata a condurre il ragazzo all’interno di un locale dove si svolge una battle di break dance e free style, e davanti a un pubblico in visibilio, la nostra “cover vivente” darà sfoggio di una iperbolica performance di tutto il repertorio jacksoniano e ancora di più, fino al momento culminante in cui si “palesa” per pochi istanti la star in persona, ma, forse era tutto un sogno?
Un divertente e appassionato tributo al re del moonwalk, che come tutti i miti ha bisogno di essere coltivato e ciclicamente riproposto, sia pure in una veste attualizzata e uniformata a un presente sovraccarico di input diversi e sempre mutevoli .
SAVAGE. JAMES CHAPPELL. 2015
Francamente non vedo perché la break dance debba essere sempre accompagnata rapper e Musica(?) così banale. Mi è capitato di vedere, per esempio, una esibizione di break dance su Musica di Rameau: può sembrare un accostamento blasfemo, ma, vivaddio, è almeno innovativo!