IL LIMBO DEGLI AMANTI.
Un corridoio malamente illuminato; due bozzoli carnosi giacciono inermi come in una scena del film Bagliori nel buio di Robert Lieberman; all’improvviso qualcosa al loro interno si muove e, quasi ci trovassimo in un’opera di Cronenberg, da ciascuna di queste strane crisalidi fuoriesce lottando un essere umano. Sono un uomo e una donna, confusi, coperti di muco. Due pulcini spaventati capitati lì chissà come. Probabilmente si conoscono. Ma il peggio deve ancora arrivare: una forza invisibile, che assume progressivamente la forma di un vento feroce e inarrestabile, li tiene separati l’uno dall’altro: per quanto i nostri si sforzino di ricongiungersi, le folate soffiano impetuose e impietose, mettendo a durissima prova la forza attrattiva che lega la coppia.
Che si tratti di una vignetta allegorica su una relazione turbolenta o addirittura malata, che sia una parabola biblica coi novelli Adamo ed Eva catapultati in un giardino dell’Eden molto meno ospitale di quanto ricordassimo (o appena cacciati dallo stesso dopo la famosa marachella del frutto proibito), che si parli di un purgatorio o di una base sperimentale aliena, il video di Jean-Paul Frenay centra alla perfezione la disperata necessità dei protagonisti di un contatto umano risolutore, di una redenzione spirituale o di una più profana riparazione a vecchi e imprecisati torti, la frustrazione di un tentativo fallito e infine un trionfo che non sempre porta a esiti felici.
La voce distorta di Ryan Lott, frontman dei Son Lux, il ralenti esasperato e il visionario bianco e nero ricreano quella sospensione angosciosa che, nell’ultima inquadratura, si materializza in un quadro di trasognata e ineluttabile tragicità.
SON LUX. JEAN-PAUL FRENAY. 2018.