GIUNGLA DI ASFALTO? MEGLIO QUELLA VERA.
Un orso “umanizzato”, con tanto di maglietta a righe e cappotto, se ne sta al buio tutto solo e assorto nei suoi pensieri, seduto su una panchina davanti al laghetto, lanciando di tanto in tanto briciole del pane che sta mangiando, alle anatre che però non sembrano gradire, così come una lumaca che gli striscia vicino.
Gli sono sufficienti pochi sguardi all’intorno, per sentire su di sè una malinconia profonda che lo porta a comprendere che la vita urbana così organizzata, perfetta e luminosa non fa più per lui, e alla fine decide di seguire il suo istinto, salire in sella al motorino e abbandonare quegli ambienti ostili per raggiungere la foresta e i luoghi a lui più familiari, guidato dalla tenue luce della luna. Poi, qui si libera degli abiti umani non suoi, dimentica la postura da bipede che non gli appartiene, lasciandosi trasportare dalle sensazioni del rinnovato contatto con l’ambiente boschivo che credeva aver rimosso, inoltrandosi tra la vegetazione avvolta dalla notte e punteggiata da una miriade di minuscole, accoglienti luminescenze.
Le note struggenti dei Moderat, trovano una cornice perfetta in questa animazione nostalgica, opera di MigUel (artista quasi sconosciuto) in cui la corposità del disegno nasce dal tratto spesso e ruvido della grafite, volutamente sporco e sfocato, un tratto essenziale tendente al naif, che ci restituisce quella dimensione tra l’infantile e il poetico, che ricorda e forse omaggia il grande illustratore/regista russo Yuriy Norshteyn.
MODERAT. MIGUEL. 2013.