QUACK FAT / OPIUO (JONATHAN “DROPBEAR” CHONG)

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COLORATISSIMA NOSTALGIA.

Un’audiocassetta si libera della custodia per infilarsi in un walkman color giallo che sembra così contento della cosa, da aprire e chiudere ritmicamente il “becco” come fosse un’anatra.

Comincia così un fantastico e ritmato viaggio nel mondo ancora analogico degli anni ’80, in una coloratissima e meticolosa installazione che riporta in auge vecchi supporti tanto cari agli over 40 e che i millennials, anche sforzandosi, stenterebbero a identificare di cosa si tratti.


Tappeti, mosaici o mandala di cassette e oggetti stratificati, che simulano paesaggi, led di equalizzatori, ingranaggi, il pompare delle basse frequenze, o ancora, alcuni set di “videogames sparatutto” così avvincenti da strappare più di un sorriso agli irriducibili aficionados, riproponendo in chiave giocosa dal classico Tetris, all’ansiogeno Space Invaders, all’ipercinetico Arkanoid, con un gusto scenografico e cromatico di primo livello e un modo originale e
affettuosamente nostalgico, di sfruttare al meglio time-lapse e object animation per ridare vita e vitalità a centinaia di floppy, nastri magnetici, VHS, registratori e così via.

Oltre alla scelta estetica nel ricreare con ironia tutto un mondo di oggetti caduto quasi nell’oblio, sbalorditiva è la ricerca quasi maniacale dell’artista australiano, del punto di vista prospettico perfetto, che ci permette di percepire simultaneamente l’insieme sia in modalità bi che tridimensionale.
Per appassionati e non solo.

OPIUO. JONATHAN “DROPBEAR” CHONG. 2014.

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