LA VITA QUOTIDIANA NELLA CAMPAGNA DEI PICCOLI.
Parte come un documentario naturalistico il video di Caspar Balslev, proprio come uno di quegli show che i bambini guardano al pomeriggio in TV se nessun’altra rete trasmette i cartoni animati. Certo che è insolito ascoltare la voce di Iggy Pop nel commento in sovrimpressione! Con la sua gravissima flemma, il frontman degli Stooges ci introduce nel misterioso microcosmo del topo dei boschi, piccola creatura che vive ogni giorno come una sfida, in balia di temibili nemici, ma anche solo di semplici ramoscelli che si rivelano ostacoli indomabili, mentre la musica degli alt-J cita Truman Capote in un’ipnotica ascesa indie-psichedelica.
Buffo notare come il più banale degli scenari bucolici assuma forme avventurose nell’ottica del nostro amico roditore. Ma solo per lui. In fondo si tratta di una giornata come tante nella routine campagnola.
Niente di speciale.
Ed ecco che di punto in bianco, fra una roccia e una zolla di terra, il piccolo quadrupede incappa in una mano mozzata.
Già, un arto umano tranciato di netto e attorniato da sangue ancora fresco!
Il topo continua noncurante per la sua peregrinazione, e la camera che lo segue nel suo tragitto svela a poco a poco quella che sembra la scena finale di un film di Tarantino: cadaveri in ogni angolo, loschi tipi morenti, fluidi corporei, soldi e armi sparpagliati nei dintorni. Impossibile capire cosa sia successo di preciso, chi siano i due amanti lordi di sangue che amoreggiano al posto di guida di un pick-up lì parcheggiato, che cosa pensi l’uomo ferito mortalmente che fissa il vuoto della fine davanti a sé respirando a fatica. Uno scambio di droga finito male? Una rapina? Un tentativo di sequestro?
Ma al topolino non interessa: passa fra una salma e l’altra con la stessa leggerezza con cui attraverserebbe un campo incolto, assai più interessato ai resti di cibo abbandonati sui sedili delle vetture che al teatro di morte che gli fa da scenografia.
I due amanti mettono in moto il pick-up e partono verso l’orizzonte, forse a godersi la refurtiva, forse ad abbracciare la libertà sudata. Nessuno può dirlo. Tanto meno l’umile e adattabile topo dei boschi, che silenzioso e con la pancia piena resta acquattato sul retro del furgoncino, in viaggio anche lui verso l’ignoto, guardando al roseo futuro che la chiosa di Iggy Pop gli promette.