HOPE IS THE LAST THING TO DIE / DAVID HOLMES – FEATURING RAVEN VIOLET – (JIMMY TURREL)

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FACCIAMOLO!

Rude, sporco, a tratti brutale, volutamente aspro e conflittuale. Dal vago sapore anni 70 con richiami a scontri civili e ad un tempo dove politica, grida e gesti scendevano in piazza disposti a mettere in gioco molto, fino al proprio corpo e nell’incontro con stato e polizia, anche la salute e la libertà.

Nostalgico ma con un fine: paragonare l’impegno che ha sconvolto il mondo e ha riscritto parte della società organizzata e della cultura di allora con i movimenti di oggi. Pensiero interessante e presuntuoso, come interessante e presuntuosa può essere esprimere questa protesta sociale tramite canzoni pop e piattaforme molto popolari e social: cioè gli stessi canali che divulgano capitalismo e pubblicità.

David Holmes è un produttore e compositore, soprattutto di colonne sonore per film e serie tv. Si trovano in rete sue dichiarazioni dove racconta che questo tempo di pandemia l’ha sconvolto (come non capirlo) e che il suo modo per affrontare la crisi è stato quello appuntarsi sul suo taccuino tantissime frasi dette dai media, da suoi interlocutori, di suoi pensieri rabbiosi: così pare sia nato il brano, con la voglia di lanciare un messaggio contro i governanti sordi alle necessità sociali, un grido contro le élite inadeguate e insoddisfacenti che nella loro continua incapacità di affrontare seriamente la bomba scoiale che sta per esplodere, i problemi climatici ed economici derivanti da questa, il divario sempre più evidente dei ceti sociali, stanno gestendo la politica in modo pressapochista, di parte e in maniera miope.

Il video, con un montaggio serrato e ritmato, evoca fotocopie da scantinato segreto e stampe da ciclostile clandestine. Colori piatti e dalle tinte forti: grandi campiture in rosso e nero, eco di rabbiosi movimenti anarchici. Una grafica veloce, sintetica, molto rigida e poi la retinatura, marchio di stampa economica per eccellenza in sostituzione di sfumature, ombre e variazioni di colori. I fotogrammi fissi, animati con una transizione brusca e veloce, si mostrano come pagine di una fanzine. Nuovi simboli si alternano a movimenti di piazza, autobus bruciati, pugni chiusi e cariche della polizia. Gran finale con ritratti di attivisti di sinistra, slogan di accusa e piccolo comizio contemporaneo!

“Hope Is the Last Thing to Die” è un grido di battaglia e nel suo piccolo, con questo video un po’ maleducato e di impatto, manifesta contro in un modo nuovo: non più conteggi contrastanti tra questura e organizzatori, oggi i partecipanti si contano dai like e dalle visualizzazioni. Funzionerà questa lotta? La speranza è l’ultima a morire, staremo a vedere. Intanto godiamoci il video.

David Holmes, Jimmy Turrel, 2019

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