QUALE È LA PRIGIONE PIÙ DURA?
Ecco un altro piccolo film, un’altra storia di quelle che ci piacciono qui su Video Ark. Non tanto per il video nello specifico, anche se presenta una storia decisamente emozionante, quanto per la tesi che adottiamo qui da noi e cioè che i video clip, a volte, possono essere delle piccole gemme cinematografiche di cui parlare come film veri e propri.
America, quella più marginale e periferica. Un uomo in carcere, da un bel po’. È visibilmente a disagio. Paura e dubbio si leggono nei suoi occhi, in atteggiamenti lenti. Fa piccoli gesti. Una foto in un libro, una lettera stropicciata: impercettibili cose preziose da riporre. Pensieri ingombranti e fragili rendono incerto il da farsi.
Si prepara. È il momento.
Viene prelevato dalla cella e ammanettato, scortato per lunghi corridoi. Mentre cammina in questo percorso ha mille pensieri: pentimento, giudizio, peso da portare…
È chiaro per noi che assistiamo: questo trasferimento, questo spostamento, dove dovrà andare, non è di sicuro una meta facile da raggiungere, non è di sicuro un posto facile dove finire.
Cammina e le lacrime solcano il suo volto teso. Il passo si fa sempre più peso e faticoso prima di arrivare alla fine.
E poi? E poi il resto è nel video e non posso sciupare con le parole un finale decisamente toccante e interessante.
Il progetto non è stato chiaramente pensato come un video clip. Vincent Haycock, regista e videomaker notevole e di successo, ha costruito un cortometraggio di 7 minuti, nel quale incastonare il brano delicato e suggestivo degli U2 e non viceversa. A suggellare il tutto con un fiocco perfetto su un regalo prezioso, la faccia espressiva dell’attore Woody Harrelson (Natural Born Killers, tanto per dirne uno).
Qui si conferma l’idea che ho e che cerco nei video clip musicali: possono comunicare molto, storie, sentimenti, a volte arte e non sono sempre e solo uno spottone sfacciato per piazzare il brano di turno in alto nelle classifiche…
U2. Vincent Haycock. 2015
