INTERCETTARE L’IMPERCETTIBILE.
Nel buio si vede pulsare una miriade di sorgenti luminose di diversa intensità, che sembrano attivate dall’andamento ondulatorio della chitarra elettrica di Blake Mills.
Il quadro si svela gradualmente ai nostri occhi in tutta la sua meticolosa organizzazione, una galleria di nature morte composta da sculture sospese e strumenti acustici, percussioni varie, contrabbasso e altri strumenti a corda, sax tenore e perfino una glass armonica, che si vivificano timidamente seguendo l’espandersi dell’ipnotico sound.
Una fantasmatica orchestrina senza musicisti, debitrice di un artificiale congegno elettronico che la sollecita a ritrovare il proprio sound, il proprio timbro, dietro le note di Vanishing twin, di ogni sua minima e quasi impercettibile vibrazione, esaltata dalla cura fotografica nell’accostare colori, luci, rintocchi e vibrazioni, con in più la funzionalità dello split screen come “lente di ingrandimento”.
Una suite strumentale in cui l’elettronico diventa reminescenza di un tempo archiviato e lontano per quel piccolo organico lasciato in disuso e che non ha più bisogno, in questo video,
di musicisti in carne ed ossa per essere totalmente significativo e intrigante, nel suo sviluppo in cui la fine, potrebbe essere un nuovo inizio (ma sarà così?).
BLAKE MILLS. JUSTIN DAASHUUR HOPKINS. 2020.