UNA NUOVA SOLITUDINE.
Due ambientazioni differenti, anzi agli antipodi eppure accomunate da un senso di inquietudine e di paranoia da cui è difficile districarsi.
Protagonista un giovane costantemente irrequieto, dall’espressione sempre tesa e sospettosa che si fa largo, come se qualcuno lo pedinasse, tra i passeggeri di una metropolitana cupa e alienante, forse in un incubo ad occhi aperti o peggio, in una alterazione psicofisica dovuta chissà a che cosa.
La lunga fuga dall’ambiente urbano ha un suo seguito, in un montaggio frammentato, in un affannoso aggirarsi nel paesaggio autunnale, tra alberi semischeletrici dai rami che si allungano minacciosamente, campi infiniti di erba secca, fino ad incrociare un cane malandato che si va “esfoliando” al vento.
Una clip conturbante piena di fascino e mistero ansiogeno, in un susseguirsi di luci e ombre, atmosfere rarefatte e sinistre suggestioni che il regista brasiliano ha saputo bilanciare senza grandi scene madre, ma con leggeri tocchi in post produzione, rendendo sempre vivido
quel senso di pericolo imminente sia tra i luoghi angusti della città sotterranea che tra gli ampi spazi nei quali il ragazzo è costretto a immaginarsi.
TOM MISCH & YUSSEF DAYES. DOUGLAS BERNARDT. 2020.
