UNA PROCESSIONE NELL’INDIFFERENZA.
Una preghiera sui generis, come un proclama sfacciato, diretto ad un pubblico bigotto e conservatore a cui la cantante e attrice polacca (ormai una mina vagante in patria), si lascia andare, grazie ad una litania rap tutt’altro che liturgica e consolatoria, che trova sfogo nelle vivide immagini del conterraneo regista Grajper, già affrontato su Video Ark, a proposito di terapie “innovative” per la malattia mentale.
Immagini bucoliche, di libertà e rilassatezza stridono con altre in cui l’irruenza giovanile porta scompiglio. Un gruppo di ragazze impegnate ad adornare di fiori la base di una statua piuttosto osé della vergine, con una gestualità maliziosa e ammiccante che proprio non si addice alla compostezza del rito e della processione che sta per prendere l’avvio.
La musica si ferma e si sentono soltanto i suoni dell’ambiente campestre di un angolo di paradiso, un laghetto che riflette l’azzurro del cielo in mezzo al verde, nel quale quattro amiche di mezza età si rilassano in un bagno di vitalità e giovinezza, mentre, poco lontano due auto da rally rombano a colpi di derapate intorno ad una ragazza sensuale e provocante che non sembra affatto preoccupata da tutto quell’interesse.
Sembra che la breve processione che segue la statua di una madonna con niente addosso, non interessi a nessuno, nè ai bambini, nè ai giovani nè ai vecchi, nemmeno ai due contadini vicini di casa, che si appartano, si abbracciano e si baciano teneramente.
E così, nello slancio libertario di voler cambiare le cose, questo video è un ulteriore esempio della controversa paladina pop e del suo tentativo di ridicolizzare una mentalità retrograda e restauratrice di valori pseudo-religiosi che permangono e opprimono.
MARIA PESZEK. KRZYSZTOF GRAJPER. 2021.
Molto interessante il video e una bella lettura quella dell’articolo…