OCCHIO ALLA CIAMBELLA!
Sul ritmo di uno spigoloso e droghereccio dub step, siamo catapultati immediatamente in una atmosfera ambigua tra dentro e fuori le mura di un loft/ufficio, in cui sembra dover accadere qualcosa di anomalo ad ogni istante, in ogni angolo.
All’interno scorgiamo in rapida soggettiva, un’avvenente impiegata presa dalla routine d’ufficio e che colleziona quasi annoiata, stranezze che a dire il vero stridono e non poco con l’ordinarietà. Mettere in ordine singolari risme di fogli gialli sparsi qua e là, ingurgitare vomitevoli ciambelle rosa piene di peli, utilizzare una fotocopiatrice “ladra di immagini” che ogni tanto restituisce bulbi oculari che rimbalzano come biglie di vetro, appartenuti chissà a chi e quando.
In un’altra stanza piena di poltrone bianche, una donna con in bocca uno dei bulbi oculari, è intenta a cambiare le pile (!?) ad un’asse di legno, e, altrove, un buffo personaggio “inciambellato” indossa un passamontagna che si deforma assecondando la masticazione scomposta.
All’esterno invece, in un cortile si prepara un’incursione silente e minacciosa, di incappucciati nerovestiti, in attesa di un probabile scontro, mentre tra i tetti si aggira un anziano e severo signore determinato a difendere il suo “fortino”, che prima di smaterializzarsi, sembra aver intuito le origini dello sconvolgente arcano e spara qualche colpo di pistola ad una macchina da scrivere, in cui è infilato un foglio giallo con su scritto “the end”.
Godersi questo prodotto costantemente in bilico tra farsesco e provocatorio è possibile? Forse dopo aver messo un attimo a cuccia la razionalità, lasciandosi coinvolgere da un colorato flusso di situazioni weird a tutti i costi, come del resto ci ha abituati l’opera visionaria di Henk Loorbach.
NOISIA. HENK LOORBACH. 2016.
