WEAKNESS OF THE FLESH / MAX COOPER FT. SAMAD KHAN (KEVIN McGLOUGHLIN + JACOB JONAS)

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MOLTEPLICI E SIMULTANEE, TUTTE LE POSSIBILITÀ DI UN CORPO.

Usare il corpo, il codice del non verbale, i gesti, le sfumature delle pieghe, dello sforzo. La comunicazione dell’esserci, dell’essere. Vivere e stare. La forza e la sofferenza. Danzare per appropriarsi di tutto lo spazio che ci spetta…

Lei, il corpo si spinge al massimo, si piega, si sfianca, si flette con forza e preme con violenza a terra, in aria. Il corpo si mette a prova, si spacca, si duplica. Lei è sé stessa in uno sforzo ancora più grande. Delicatezza e violenza, la danza e la prova.

Mi ha affascinato, Il video Weakness of the Flesh mi ha affascinato per l’intensità, l’innaturalezza, la narrazione astratta e la distorsione della realtà fatta tramite semplici sovrapposizioni: semplici ma intense.

È delicato e duro. Etereo e sporco.

Uno spazio enorme. Vuoto ma concreto. Quasi soffocante perché non si vede la fine. Una danzatrice, Emma Rosenzweig-Bock, contro la gravità e la durezza del cemento. Poi un’altra danzatrice, Emma Rosenzweig-Bock in un clone ingombrante e straniante e poi Emma Rosenzweig-Bock in un’altra ripetizione di immagine che aggiunge movimenti alle danze già esistenti e così ancora e ancora e ancora a riempire tutto lo spazio o lo spazio possibile.

Una coreografia di sincrono e simultaneità. Relazioni tra tutte le sé stessa e lo spazio intorno, il mondo intero.

In una musica rarefatta e mistica, i campanelli che tintinnano accendono un altro clone come un’apparizione e quest’ultimo, con solo la forza di muscoli e pelle, si scontra con la terra e si innalza danzando nel tentativo di sconfiggere la forza di gravità.

Questo video moltiplica le possibilità della danza. Il video è un occhio che fa vedere cose della danza che non sarebbero pensabili in altro modo. La coreografia penso sia stata creata su questo piano: una danza non danzabile, una presenza del corpo non possibile e non ripetibile nella realtà. Un punto di vista molteplice e simultaneo.

La danzatrice, che ha dato vita a questi movimenti, dopo aver visto questo video dovrà aver fatto delle riflessioni non coreografiche trovando quei gesti sapientemente guidati al momento della creazione, come una cosa altra, un oggetto, un’appropriazione del singolo gesto spezzato in frame e reso indipendente perché ripetibile all’infinito e reversibile.

Max Cooper è un musicista particolare, elettronico e astratto, che spesso ha associato le sue musiche a immagini particolari e narrative ma in questo caso, qui, affronta l’immagine da un altro punto di vista. Ha accettato un progetto propostogli dalla compagnia di danza Jacob Jonas Dance Company per trovarsi una coreografia già sviluppata (dallo stesso Jacob Jonas) e un progetto video concepito nei minimi particolari e quasi realizzato del tutto. Non aveva lì a disposizione una musica da rendere visiva, qui, si tratta di vera e propria colonna sonora. Ha dovuto musicare gesti e immagini. Spazi e duplicazioni. Ha lavorato ascoltando i movimenti e tutto quell’insieme, quella partitura di gesti e carne si è trasformata in tracce sovrapposte, note frettolose ed echi e la voce potente ed evocativa di Samad Khan cantante indiano di formazione classica.

Il risultato è un piccolo, magico, vibrate cortometraggio, ai miei occhi veramente molto affascinate

Max Cooper. Kevin McGloughlin + Jacob Jonas. 2021

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