TRA IL DIRE E IL FARSI…
Tutto organizzato a puntino per poter girare uno spot ammonitore contro l’uso di qualsiasi droga sintetica. Una scrivania su cui è presentata in bella vista una discreta gamma di polveri, siringhe e pasticche di ogni forma e colore e, a pochi metri di distanza la troupe è pronta per le riprese.
Il personaggio pubblico scelto per l’occasione è una celebrità televisiva inglese Shaun Williamson, che presissimo dalla buona azione morale insiste ad ogni ciak nel rendere sempre più credibile il suo slogan ripetendo la filastrocca degli effetti disastrosi delle sostanze, elencati come un mantra, accentuando sempre di più le smorfie da imbonitore superconvinto; fino a quando un gesto “teleguidato” gli fa ingoiare una pasticca arancione e da lì in poi un delirio cartoonesco prenderà il sopravvento sullo sventurato testimonial, tra sbatacchiamenti, stretch e allucinazioni visive che non gli daranno un attimo di tregua, tra lo sbigottimento di regista e cameramen che non sanno esattamente se quello che succede è scritto nel copione, oppure…
Massicci effetti collaterali uniti al ritmo martellante del brano tech-house “braindead” si impossessano del corpo del protagonista rendendolo un fantoccio incosciente, ormai perso nel trip allucinogeno, tra replicazioni in miniatura che ballano sulla scrivania, forte sudorazione, bulbi oculari trasformati in simpatiche slot machine e il cervello gommoso che a forza di battere sul cranio all’impazzata, riesce a sgusciare fuori dalla testa e prendere a pugni tutti i presenti sul set.
Alla fine il corpo ormai sfinito dall’avventura psicotropa si sgonfia sulla sedia della scrivania, così come la filastrocca delle cose da non fare è ridotta a una lenta supplica di uno che ha provato davvero sulla propria pelle.
PIRUPA. YOUSEF. 2021.
