SHANNON CONTRO SHANNON.
Se mai qualcuno cercasse un’ulteriore conferma circa le doti attoriali di Michael Shannon, specie quando si tratta di dar forma a personaggi complessati e fuori dagli schemi, il video di Vice Cooler servirà allo scopo.
Anzi, il buon Michael qui non si limita a interpretare un uomo disturbato, ma ne porta in scena addirittura due! E in modo diametralmente opposto.
In un’angusta stanzetta, probabilmente recuperata da qualche vecchio bunker, un occhialuto e intimidito Shannon si diletta nella lettura di un tomo seduto a un tavolino, mentre dall’altro lato il secondo Shannon, in modalità “sadico furioso”, scruta in silenzio il se stesso buono, ordendo crudeli piani.
Con sguardo truce, Bad Shannon mette su un CD ad alto volume e sprigiona il noise punkeggiante dei Deerhoof, concedendosi il lusso delle cuffie antirumore per proteggersi le orecchie.
Lusso che Good Shannon non potrà permettersi.
E così vediamo il povero malcapitato contorcersi disperatamente nell’impossibilità di mettere a tacere quegli accordi di chitarra sparati a mille, accusando quei suoni come incessanti trapanazioni del cervello, mentre il suo alter ego malvagio lo sfotte e lo deride.
Ma gli effetti della musica non si limitano allo sconquassamento dei timpani, toccando vertici metafisici: una mano congelata, denti estirpati e privazione del sonno riducono in pochi istanti la miserabile vittima in uno stato pietoso.
Insomma, Bad Shannon si sta comportando da provetto torturatore: sa cosa fare e gli piace da matti!
E se si presta attenzione al testo del pezzo, cantato dalla grintosa Satomi Matzusaki, le analogie fra i trattamenti riservati dall’esercito statunitense ai prigionieri in Iraq, Guantanamo e Afghanistan si fanno sempre più palesi.
America, paese dalla doppia faccia (come doppia, in fondo, è la prova del protagonista): terra di libertà e opportunità, madre adottiva che accoglie da secoli i meritevoli sognatori di tutto il mondo.
Youkoso and bienvenido!
Nazione le cui basi storiche si radicano nella paura del diverso e nello sfruttamento delle minoranze, intrisa di subdoli pregiudizi che neanche anni di rivoluzioni culturali e battaglie sociali sono riusciti a debellare del tutto.
Thank you for coming, get out now!
America, la più grande democrazia sul pianeta che ha da sempre costruito sulla violenza lo splendore della propria fama, nascondendo e cumulando strati di scheletri sotto le prestigiose fondamenta. Paese contraddittorio, la cui confusa e complessa bellezza è difficile inquadrare.
Welcome to speech of freedom!
Mentre Bad Shannon dà sfogo alle proprie esagitate pulsioni perverse, Good Shannon si strazia nel terrore e nella rabbia, ma per fortuna non è solo. Attraverso i suoi occhi, come una bizzarra finestra interdimensionale, i membri della band assistono scioccati all’orrore che si sta consumando entro quelle squallide mura.
E in un twist fracassone dal sapore anni ’80, che riveste di un’aura eroica la figura della rockstar, il chitarrista Ed Rodriguez sventra la parete e invade la cameretta, esibendosi in un assolo che fa letteralmente scintille!
Non c’è più via di scampo per Bad Shannon: il potere della musica libera trionfa, e il perfido torturatore esplode in un tripudio di spruzzi sanguigni!
È tempo per Good Shannon di riprendere in mano la propria vita, di trovare la via d’uscita da quell’inferno, seguendo il suo prode salvatore attraverso il muro.
I don’t let you… no more!
DEERHOOF. VICE COOLER. 2014.