AIROTS ATTURB ANU
Una donna morta, annegata in una vasca da bagno con un blocco di cemento sopra e un uomo che le si dispera accanto. Così finisce la storia che dà però principio al video.
Questo può accadere perché semplicemente si racconta andando al contrario. I gesti seguono la musica e la musica lentamente sciorina un racconto violento che non dà appigli e ad ogni nuovo gesto si cerca di capire il perché degli accadimenti che puntualmente vengono disattesi.
Lui è colpevole? No, lei è colpevole? Sono amanti? Ex?
Una lotta rallentata e inversa che ci racconta attimi concitati e fulminei. Un’azione di pochi secondi che sviluppa e conclude un mini thriller con rapimenti, attacchi e difese e finale (o inizio) drammatico.
Una volta arrivati in fondo, nella sua semplicità narrativa, tutto nella nostra mente si confonde e si riorganizza quasi involontariamente ma fino alla fine non sappiamo prendere posizione come se i fatti dipendessero dalla direzione del tempo e non dai contenuti.
Bello l’effetto percettivo: straniante e disturbante a sancire che tutto il lavoro lo fa il nostro cervello…
Alt-J (∆). Ellis Bahl. 2012.