IL CUORE FRAGILE DELLA TERRA.
Immagini dalla grana e dai colori vintage, colgono momenti di tranquilla goliardia dei cinque ragazzi della band inglese che sulla riva di un lago se la spassano, tra sfottò, scherzi e soffiandosi addosso le infiorescenze secche di piante palustri.
Ma questo inizio non tragga in inganno, il video mostra ben altro e tutto ciò che segue è legato ad un montaggio sapiente, di inserti documentaristici, presumibilmente degli anni ’50 in cui si mette in relazione il groviglio del cuore, dei vasi, dei polmoni, il loro palpito e l’impulso vitale, con il groviglio degli effetti devastanti delle esplosioni nuclerari, su tutto ciò che viene avvolto dalla furia del fuoco e dello spostamento d’aria che piega e incendia in pochi istanti: un attacco al cuore della terra.
La grafica cartoonistica che con un tocco un po’ scolastico ci dà lo schema un po’ infantile del sistema vitale con le sue pulsazioni e ramificazioni, si alterna all’estremo opposto a immagini di distruzione e di morte, di luoghi e cose colte un microsecondo prima della devastante detonazione e poi spazzate via per sempre.
L’incedere post punk del brano, è perfetto per dare carattere ansiogeno al ritmo dell’editing, alternando i dettagli di un cuore che, esausto, pompa sempre più piano, alle riprese di accecanti funghi atomici annientatori, spaventosamente scenografici ed emotivamente raccapriccianti nella stretta sequenza di un montaggio-messaggio, che vuol metterci in guardia contro una terribile (e non remota) possibilità.
FOALS. DAVE MA. 2008.
