SKIN / RAE MORRIS (NADIA MARQUARD OTZEN)

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SOFFIANDO LA VITA NELLA PIETRA.

Il video dell’artista Rae Morris è il racconto due ragazzi che vengono tenuti separati o che per qualche motivo vivono isolati l’uno dall’altro, in un mondo in cui tutti gli adulti sembrano appartenere a qualche altra realtà minacciosa.

La storia di questo amore carico di connessioni e di impossibile consistenza fisica, non può che essere descritto dalle immagini suscitate dalle parole “vulnerabile” e “potente”. Se a queste si aggiungono “elegante” e “freddo” si arriva al materiale più intriso di contraddizioni come il marmo. Materiale che si contraddistingue da sempre per la sua preziosità ed eleganza, tutti sanno quanto possa essere materia dura e difficile ma anche fragile pietra levigabile al punto da risultare trasparente. Non posso fare a meno di ricordarvi allora che è anche il materiale più usato nella scultura antica, tanto che molti artisti l’hanno scelto solo per dare prova del loro virtuosismo chiedendole di assecondare le proprie idee ed emozioni e soprattutto – come accade anche qui – di rendere vive quelle nudità che seppur prive di armature, dovevano sembrare potenti.

La regista Nadia Marquard Otzen ha un bel sito con tutti i videoclip da lei realizzati nel quale si avverte come si possa essere esageratamente affascinati dalla perfezione formale e da un’eleganza che arriva ad essere perfino artificiosa.

C’è infatti in questo lavoro una ricerca forsennata di effetti incredibili di luci e cromatismo, di superfici levigate fino alla purezza e di un certo recitativo dei gesti che si presentano come l’esito finale e raffinato del linguaggio della danza. A ciò, la telecamera aggiunge l’insistente sguardo verso le venature del marmo da abbinare a quelle dei corpi perfettissimi di questi giovani, ancora colmi di ardore e d’amore profondo.  Tutto il video è l’esaltazione degli affetti, ottenuta con la resa acutamente realistica e sensibile dell’immagine. Ne risultano effetti di grande teatralità, carichi di drammatica tensione, realizzati con contrasti di chiaroscuro pur avendo optato per il bianco e nero.  L’effetto finale ha un sapore d’eternità e di inviolabilità dell’amore.

Inutile dire che alla fine i due ragazzi si incontrano e si uniscono, ma ovviamente in modo… soprannaturale, danzando con un movimento dinamico e drammatico, muovendosi a spirale intorno ad un vortice vuoto centrale, in un modo che alla fine io sono già immersa in piena epoca barocca con fontane d’acqua nate dal nulla, effetti stravaganti, tendaggi turbinanti e brillanti dorature!

RAE MORRIS. NADIA MARQUARD OTZEN. 2015.

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