IL SUBLIME DEL NON PERFETTO.
Per dar forma alla musica polifonica corale del compositore americano Christopher Bono, il poliedrico artista Tobias Stretch immerge le sue creature estranee ma familiari, in una dimensione alterata a metà tra animazione “magmatica” in stop motion e live acting.
Un mondo dalla profonda impronta personale e di grande impatto scenografico, che va oltre ogni realismo e approda ad uno scenario trasfigurato da un susseguirsi di metamorfosi, ambientate nel gelido inverno in Pennsylvania, in cui prendono gradualmente vita, certosinamente scatto dopo scatto (sono oltre 10.000 foto) gigantesche sculture antropomorfe costruite combinando insieme elementi sparsi della campagna circostante, arbusti, rami secchi, piante, fili di lana e di ferro, cristalli, metalli, specchi, blocchi di neve ecc.
E’ come se l’austerità e il simbolismo cosmico dello struggente corale, trasferissero la loro forza espressiva nella continua osmosi e vivificazione degli elementi in figure arcaiche, in cui l’aspetto esteriore tattile e una sorta di interiorità/anima, si fondono dal fiorire all’estinzione.
Una rappresentazione straniante ottenuta attraverso un effetto morphing, che Tobias Stretch affida ad ogni fotogramma e alla post produzione, col risultato di un grande fascino quasi ipnotico (anche per la brumosità delle atmosfere) che ci lascia come in balia di una leggera distorsione febbrile, accentutata dallo storpiamento e dall’incespicante fluidità tra figura e sfondo, sempre sul punto di collassare e perciò tiene costantemente sulla corda l’attenzione per il fascino del non finito e dell’inafferrabile, che rende obsoleto il concetto di perfezione formale e lascia spazio ad una poetica dell’errore artisticamente contemplato.
CHRISTOPHER BONO. TOBIAS STRETCH. 2014.