N.B. NESSUN VINILE E’ STATO REALMENTE MALTRATTATO!
Un elogio di Jonathan Chong “Dropbear” al disco in vinile, visto qui come supporto grafico dal grande potenziale espressivo, per un video in stop motion, con una tecnica che ne valorizza il limite, “la sua circolarità”, concentrandovi un mix di creatività in movimento in stile proto-cinematografico.
Sul ritmo soul di Dan Sultan, il videoartista australiano si diverte ad “intagliare” disegni e figure che assumono il colore omogeneo (giallo, rosso e azzurro) dello sfondo su cui poggia il vinile, recuperando l’antichissima e sempre attuale arte dello stencil.
Piccole storie per immagini che si susseguono e si alternano come libera associazione di idee o di ricordi o di altro, al limite dell’immaginario e del metaforico. E così l’iconico oggetto nero visto dall’alto, poggiato su un giradischi virtuale, assomiglia a un metamorfico libro di illustrazioni sui generis, in cui si inseguono via via sagome di vari animali (serpenti, cani, pappagalli, balene, farfalle ecc.) e poi mani che si intrecciano, occhi che lacrimano e ingranaggi rotanti, silhouette di volti che si sdoppiano, compresa quella dello stesso Dan Sultan nell’atto di cantare hold it together.
Finita la canzone, anche le immagini svaniscono insieme al suono e il vinile può tornare nella sua copertina, sempre a disposizione per evocare o rievocare nuove fantasie o memorie.
DAN SULTAN. JONATHAN CHONG “DROPBEAR”. 2017.