COM’E’ DIFFICILE RIMANERE A GALLA.
Sulle note di una canzone jazz “vecchia scuola” dall’atmosfera un po’ mesta e autunnale, seduto in un’auto parcheggiata in una strada buia, un uomo, evidentemente sofferente, si accorge tra le lacrime che l’abitacolo imbarca acqua.
I don’t know, I don’t know, nel frattempo ripete di continuo la voce da crooner di Samuel T. Herring.
Un repentino cambio di scena mostra tutt’altra ambientazione, il protagonista reagisce al sentimento di dolore e improvvisamente spalanca la portiera e lanciandosi tra i gorghi del fiume impetuoso, cerca con tutti i mezzi di sopravvivere alla furia della corrente.
Scena successiva, ulteriore situazione che ha del surreale; l’uomo, stremato si ritrova riverso sul pavimento di una piscina che sta per essere riempita e non può muoversi perché immobilizzato sul sedile della sua auto e annaspa in pochi centimetri di acqua cercando di liberarsi.
Quattro situazioni diverse che sembrano avere in comune soltanto l’elemento acqua, ma che a ben guardare alludono, secondo le stesse dichiarazioni del regista, alle diverse fasi dell’elaborazione del lutto, dalla negazione all’accettazione, come si può anche evincere da alcune immagini più allusive e drammatiche (il seggiolino vuoto in auto, l’annegamento nella vasca da bagno) che rimandano alla persistenza di un trauma che può essere superato con la forza di volontà e seguendo l’istinto di sopravvivenza, simboleggiata nel finale dal calore e dalla luce del fuoco.
BADBADNOTGOOD feat. SAMUEL T. HERRING. WILL MAYER. 2018.