WHO ARE YOU / MISS KENICHI (MARCUS FJELLSTRÖM)

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LA FORMA DELLA NATURA

La scienza ci dice che il punto di origine è, per ogni cosa, lo stesso.
Che si parli di piante o di animali, di persone o di semplici oggetti, tutto è nato dalla stessa matrice, la singolarità che ha dato origine al creato.

È dunque molto facile rivedere le stesse forme semplici attorno a noi; come quando si semplifica un disegno riconducendolo a cerchi e rettangoli, possiamo osservare un albero ed intravedere uno schema geometrico. La matematica, in fondo, è valida per tutti e nulla può sottrarsi alle sue regole. L’universo si spiega con le equazioni, e la natura le segue senza eccezioni.

Nella storia dell’arte esistono innumerevoli esempi di forme d’arte costruite su basi geometriche, basti pensare all’uso del rettangolo aureo da parte di Leonardo Da Vinci, e di numerosi altri artisti.
Pur vero che quella che identifica il rettangolo aureo come il più bello e come perfezione divina è una credenza comune senza alcuna prova; ha dato vita a molte studi e racconti diversi in tutto il mondo (il più famoso forse è Steel Ball Run).

La clip, diretta da Marcus Fjellström (compositore ed artista audiovisivo), è in origine un susseguirsi di immagini di flora, sulle quali vengono costruite strutture composte da circonferenze che si collegano a punti e linee, partendo da un punto lampeggiante. Poi si passa alla prossima immagine: una nuova forma, un nuovo centro e una nuova struttura.

Ma la staticità non fa parte della natura, e presto vengono aggiunti nuovi elementi: l’uomo e il caos. E l’essere umano è al centro di tutto, e se anche lui è riconducibile alle forme originali, la casualità e l’imprevedibilità di una forza non possono essere schematizzate. Ed allora abbiamo la natura e il caos con al centro l’uomo; dove le due parti si incontrano. E capita che l’essere umano sia l’una o l’altro, a seconda del caso.

Linee pulite seguono la venuta dell’uomo, ed al centro dei cerchi appaiono elementi, apparentemente casuali, come se fossero generati dal nulla o analizzati da un computer, e questa è la tecnologia. Lo strumento dell’uomo, che inevitabilmente riconduce ad esso. E piano piano si torna indietro, all’uomo e al caos ed infine alla natura; le cui radici scendo in profondità nel tempo e ci mostrano molteplici storie ed elementi, similmente ai computer, ma con dolci linee curve.

MISS KENICHI. MARCUS FJELLSTRÖM. 2014.

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