COME SONO CAPITATO QUI?
Sforzo creativo di stampo citazionistico per questa clip girata in pochi metri quadri, calcando il senso di claustrofobia già ampliamente provato nel celeberrimo racconto di Poe, o nell’elaborata sequenza con la “Sposa” Thurman in Kill Bill vol. 2 o ancor più nel successivo e più terrificante “Buried” di Rodrigo Cortés.
Il rapper americano costretto ad agire come può con movimenti ridotti al minimo, è rinchiuso vivo in una bara puntellata alla meglio e con la sua torcia cerca di definire limiti e individuare possibilità di azione in quello spazio angusto e opprimente.
Nel frattempo perché non approfittare del poco ossigeno a disposizione per fumare una sigaretta e, tanto per smorzare la tensione per l’ineluttabile fine, accanirsi con un coltellino, incidendo sulla copertura, un messaggio diretto a se stesso, la scritta “memento mori”, paradossalmente racchiusa in un cerchio da forzare a colpi di pugni e tentare una possibile via di fuga?
Al di là dei continui deja-vu, questa metaforica clip conserva anche “all’esterno” un’aura per nulla rassicurante e drammatica; ma ciò che rimane impressa, è la premonizione incisa da Mac Miller che da lì a poco purtroppo si concretizzerà con la fine del giovane rapper, per overdose, nel settembre del 2018.
MAC MILLER. CHRISTIAN WEBER. 2018.