RINCORRERE METAMORFOSI.
A quasi 10 anni di distanza dall’uscita dell’album “3” dei Portishead, viene finalmente pubblicata una clip di animazione creata in sordina per mano di uno sconosciuto artista di cui si sa poco o nulla ed è assai complicato reperire notizie se non qualche timido stralcio.
Molto chiara invece è la sua passione per il mondo dell’analogico e per l’espressività imperfetta ma potente che ne deriva (che ha colpito i componenti della band di Bristol) e che va (in compagnia di pochi altri) controcorrente rispetto agli standard e le tecniche più in uso.
Difatti si tratta di un groviglio di innumerevoli disegni direttamente su una pellicola 16 mm, graffiati e colorati a mano uno ad uno, senza l’ausilio di uno storyboard, ma seguendo una corrente ininterrotta di idee e di memorie, ovviamente sotto l’influsso ipnotizzante del brano kraut-rock e l’incedere da litania di Beth Gibbons.
Un soggetto narrativamente sfuggevole tra l’onirico e il delirante, di cui si perdono facilmente le coordinate spazio-temporali che si fagocitano l’un l’altra in piena libertà, cariche di ombre malefiche, inseguimenti, goffe figure e atmosfere claustrofobiche dallo stile caro al cinema e all’arte espressionista, da Wiene a Dix, Grosz, Kirchner ecc ecc., compreso il carattere confuso ed estemporaneo dell’uso del colore.
Fotogramma per fotogramma si percepisce la segreta vitalità delle figure vibranti nei loro movimenti e metamorfosi, che in alcuni casi rimandano alle paradossali soluzioni di Bill Plympton. E’ un peccato che questo misconosciuto Nick Uff se ne stia nascosto chissà dove, il suo talento improvvisativo avrebbe bisogno di visibilità più ampia.
PORTISHEAD. NICK UFF. 2022.