THE FUNNY SIDE OF THE MOON.
Una data di importanza planetaria, orgoglio per la Nasa e per gli States e smacco per l’Unione Sovietica, viene qui dissacrata da una clip che mina dalle fondamenta la veridicità dell’evento, “realizzando” ciò che molti allora pensavano, che si trattasse cioè solo di finzione mediatica.
Il regista inglese Pilling, con grande abilità mischia immagini di repertorio del fatidico 20 luglio del ’69 alla pseudo ricostruzione del fatto, per prendersi gioco platealmente della “sacralità” delle scene del primo allunaggio, in cui i due astronauti “Aldrin e Armstrong” lungi dall’essere fraternamente d’accordo si sfidano, per l’esclusiva del “primo passo”, in uno scenario sempre più fuori controllo che ricorda il “Moonwalkers” di Bardou-Jacquet, o l’operazione su Marte di “Capricorn One” in cui l’apparato di professionalità e pionerismo lasciano il posto a baruffe e scazzottate tra l’ironico e il comico, in onda in un mondovisione per un pubblico sempre più perplesso.
Un montaggio che alterna progressivamente scene plausibili ad altre su un set “dietro le quinte” che mostrano le cose come stanno, dando il colpo di grazia alla credibilità su ciò che ufficialmente sarebbe accaduto, con la supervisione di “Stanley Kubrik“, e con tanto di navetta Apollo 11 e troupe dedicata.
Ma le cose precipitano e prendono un abbrivio fuori controllo sfuggendo di mano allo stesso regista, con i due astronauti che non fanno altro che darsele di santa ragione, tra la finta polvere lunare e la finta assenza di gravità, mentre i capi delle due grandi potenze, “Nixon e Breznev“, si affrontano tra lo sconcerto generale, in maniera non molto diversa da quella dei due contendenti sul set.
Solo una giudiziosa segretaria, per salvare la situazione, approfittando del panico generale, raggiunge la stanza dei bottoni e stacca alla rinfusa tutte le connessioni con l’esterno,
riducendo le tv in ascolto al classico effetto neve.
DJ SHADOW FEAT. DE LA SOUL. SAM PILLING. 2019.