IN UN TEMPO SOSPESO.
Prove e controprove, complesse equazioni ad opera di una coppia di anziani (gli acclamati attori Sissy Spacek e David Strathairn) ossessionata da un fine comune e carica di entusiasmo nel trovare la soluzione di un’intricatissima ricerca di fisica quantistica, scrivendo e riscrivendone le formule su fogli e taccuini e confrontandole tra false soluzioni e ripensamenti.
Gli sforzi intellettuali sono ripagati e risolta finalmente la parte teorica, la coppia si trasferisce in una nuova casa isolata per realizzare effettivamente il progetto, reperire i materiali e costruire l’agognata macchina del teletrasporto (chi non rammenta le creative soluzioni utilizzate dall’equipaggio nella serie tv Star Trek?).
Il laboratorio ricreato per questo video però è tutt’altro che avveniristico, risolto quasi tutto in una struttura semplice quasi rudimentale, un telaio di ingresso (HERE) e l’altro d’uscita (THERE) che assemblati insieme isolano un “non tempo” che sarà verificato dai primi test più che casalinghi: una palla rossa e un gallo-cavia che attraversano la zona scomparendo e riapparendo dal lato opposto.
E’ il caso di gioire e brindare per il traguardo raggiunto; ma la gioia è breve poiché la cattiveria umana si mette di traverso sottoforma di un’irruzione arbitraria nell’abitazione dei due, con esito tragico che mette fine alla vita di lei e che stravolge e spezza affetti e aspettative.
Dopo lo sconcerto e l’orrore, con una svolta repentina, un estremo gesto d’amore tanto drammatico quanto inesorabile, l’attraversamento proprio di quella dimensione sospesa in un segmento spazio-temporale, un annichilimento volontario in quel vortice quantistico provocato dalla sbalorditiva invenzione appena inaugurata.
Il regista americano Rian Johnson, non a caso avvezzo a queste tematiche sul grande schermo, tra Looper (2012) e Star Wars: gli ultimi Jedi (2017), utilizza, per il brano Oh Baby! di LCD Soundsystem, una familiare dimensione domestica al servizio di un cortometraggio sci-fi che mette insieme rigore razionale e aspetto sentimentale, narrativamente contenuto e dal taglio
minimale, ma non per questo meno fascinoso rispetto alle pellicole ultratecnologiche dell’industria hollywoodiana.
LCD SOUNDSYSTEM. RIAN JOHNSON. 2018.