BALTIMORA, ULTIMA CORSA.
Un paesaggio decisamente post apocalittico costituisce il tortuoso itinerario per un’ultima corsa tra due auto semidistrutte che si inseguono, si sfiorano, si sorpassano, si disperdono per pochi attimi per poi ricongiungersi fino a un triste e ineluttabile traguardo.
Una canzone avvolgente dal sapore new wave e incentrata sulla voce duttile del frontman Samuel T. Herring, trova giusta collocazione immaginifica nella clip di grande impatto visivo, animata interamente in CG con l’ausilio di un controller per videogiochi, dal regista Sam Mason che costretto in isolamento per le restrizioni della pandemia ha dato sfogo ad ogni escamotage digitale per rendere concettualmente condivisibile una sorta di action movie futuristico ambientato in un mondo dal fascino decadente e privo di presenza umana.
Sam Mason stesso dice: “Ho immaginato questo mondo bello e calmo in cui la natura è tornata e si è rapidamente dimenticata delle persone, ma non in modo distopico, più come un giardino dell’Eden ottimista.”
Guardando e riguardando le immagini, in molti episodi risulta davvero complicato distinguere la realtà dall’artificio – frutto di elaborate sovrapposizioni di tecniche in digitale- perciò i raggi di luce, la fauna dislocata ai bordi del selciato, i particolari delle due auto senza piloti,
l’umidità sull’asfalto e le fronde degli alberi hanno dell’incredibile nel risultato finale, mentre il resto, anche per esigenze narrative, esige un arricchimento scenografico di tipo avveniristico per esaltare con velato pessimismo un ipotetico futuro, avvolgendo di fitta nebbia i palazzoni diroccati (in una Baltimora più simile alle coste islandesi che altro) e accentuando il senso di abbandono e decadenza specie nell’ultima parte della clip.
FUTURE ISLANDS. SAM MASON. 2020.
E per chi fosse curioso del “making of” ecco di seguito un piccolo assaggio: