LA MORTE NON HA TEMPO (E NEMMENO LA STUPIDITÀ)
L’amore è il principio della vita e del bene. È Il piacere, la forza vitale e la speranza più profonda.
La morte è il profondo niente: nessun piacere e nessun bene. Nessuna speranza perché nessun dopo.
Le parole d’amore tessono passioni e futuro, sentimenti e vite che cominciano, crescono, si toccano, mischiano i colori e trasformano la vita. La morte trasforma la vita nella polvere e le parole non dette, quelle più amorevoli che mai più potremmo dire, rimangono silenzi vuoti e cupi.
Amore e morte sono una miscela, un sentimento di smarrimento che esaspera e colpisce la nostra specie dall’inizio dei tempi. Immagino che come il morire sia stato affare già dei nostri primordiali avi, così anche l’amore, attrazione e attaccamento per qualcuno, sia stato il sale della vita. Per questo, tale binomio si scontra e si agita tanto nelle nostre menti e nostri sentimenti.
“Altre il mondo non ha, non han le stelle.
Nasce dall’uno il bene,
Nasce il piacer maggiore
Che per lo mar dell’essere si trova;
L’altra ogni gran dolore,
Ogni gran male annulla.” Dice il grande Leopardi (Amore e Morte).
Una distesa di cadaveri. Un desolante, inutile, crudele campo di battaglia senza tempo e senza azioni mostra la stupidità umana di corpi esanimi uccisi dalla violenza della guerra. E in un gioco di delirio e inquietudine ci si parano davanti battaglie di tutti i tempi sovrapposte senza nessuna costanza temporale. Le medievali di lance, spade e armature, le due guerre mondiale fatte di fango, freddo e armi pesanti, quelle civili per l’indipendenza, ma anche le romane o del Medioriente e dell’Africa recenti o quelle degli scozzesi del XIII secolo. Comunque si guardi, qualunque sia il colore della loro casacca, per qualunque tipo di colpo sia sopraggiunto il decesso, si vedono chiaramente corpi senza vita. Ora nessuna patria, nessuna speranza, nessun amore più: morti a rimpinguare l’esercito infinito dei più…
Le parole recitano una lettera d’amore delicata e intensa, un giuramento d’amore. La melodia dolce e suadente rimarca le promesse dell’amante che afferma più o meno: senza di me, senza di noi niente ha senso, niente ha vita. Le sequenze intanto, spiazzando il nostro pensiero, mostrano immagini che se non fossero riempite di cadaveri potrebbero chiamarsi: quadri viventi.
Assistiamo alle immagini di una telecamera ferma che inquadra scene di battaglie già finite. Corpi immobili. Armi fissate ai corpi o al terreno. Un susseguirsi di soggetti in posa che purtroppo ricalcano fin troppo veridicamente la realtà.
Il video Nadie, scritto e diretto da Hernan Corera per il duo Sin Bandera crea un paradosso intenso e cruento. Lo scollamento tra la dichiarazione d’amore e il mostrare tutti quei morti in tutti quei conflitti ci mette in uno stato d’animo cupo e agitato. Sembra dire: mentre l’amore è la cosa più importante della vita, moriamo per sciocchezze o cose che non sono nemmeno le nostre. Tanto fieri e vigorosi devon sembrare quei guerrieri, lucidi e impettiti di fila in un plotone in partenza, tanto inutili e vuoti appaiono ora distesi nel fango con occhi e budella di fuori.
Soli. Accasciati e tesi dal dolore. Lontani dall’amore.
Il risultato di video e canzone amalgamati in un paradosso mi è sembrato da subito molto di impatto e che potesse avere risvolti pedagogici sia per chi crede nell’amore, sia per chi non può fare a meno di fare la guerra…
SIN BANDERA. HERNAN CORERA & JUAN PICZMAN. 2022