SEMBRA LIMONATA MA NON E’.
Una festosa fiera in un villaggio assolato in riva al mare, con tanto di marching band strampalata che intona “Ahh Frankie Sinatra” a ripetizione, è sconvolta da una misteriosa bevanda gialla fluorescente venduta da un baracchino altrettanto giallo dall’apparenza innocua.
Bastano pochi sorsi e l’atmosfera tra i partecipanti si trasforma in pochi istanti in un party sfrenato e senza regole, in cui c’è di tutto, atteggiamenti festaioli, lascivi e spregiudicati fino a distorte visioni mistiche, deliri visivi, insomma un irrefrenabile caos che ha l’ordine e il disordine del circo, compreso un retrogusto non proprio rassicurante…
Poi di punto in bianco la scena si sposta in una zona paludosa dove si susseguono inseguimenti tra energumeni sugli air-boat, con fucile alla mano e fuori di testa che giocano a fare la guerra come improbabili giustizieri dalle labbra unte di giallo (forse emulando i protagonisti della “palude silenziosa” di Hill) pronti a scorgere nemici ovunque e sparare all’impazzata sotto l’effetto allucinogeno del liquido alterato.
E quello strano liquido luminoso continua a distorcere la realtà anche all’interno di una casa, dove durante la cena, uno stato di paranoia collettiva si impadronisce della famiglia, il padre crede di percepire dei movimenti nel piatto servito, e che il pollo sia ancora vivo, mettendosi così a imitarne le movenze e lo starnazzio, mentre i figli altrettanto sconvolti se la danno a gambe, e la madre si ritrova in uno stato di beatitudine erotica, immaginandosi preda di un provocante ragazzo di colore, in un’atmosfera sognante su un letto di bianche piume, avvolta dal celebre motivo “My favorite things”.
Ma intanto, sul piazzale lasciato in festa, si presenta uno scenario inaspettato e sconcertante tutto da chiarire, con tanti corpi a terra sotto l’effetto micidiale della bevanda accattivante e innocua solo all’apparenza.
THE AVALANCHES. FLEUR & MANU. 2016.