GHOST / dEUS (SAMAN KESH)

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SANTA CRUZ (MA NON IL BRAND).

Innumerevoli parodie cristologiche sono state prodotte in letteratura, nell’arte, nel cinema ormai da tanti anni; e anche al regista Saman Kesh piace giocare con le parabole a carattere religioso e lo fa con un certo spirito giovanilistico, prendendo come spunto i miracoli più eclatanti del Vangelo, spingendosi ai limiti del paradosso e dell’ironia estrema.

Il video “Ghost” per la longeva band belga dei dEUS, segue la figura di un Gesù skater col suo gruppetto di seguaci, che non solo apprezzano la sua linea di tavole che riprendono nel disegno dall’iconografia sacra, ma dimostrano incontenibile rispetto per quel tipo cool con barba e capello lungo in tonaca bianca che tra un momento di raccoglimento e l’altro, sa farsi ammirare per i perfetti tricks ed evoluzioni nello skatepark (da notare la sua tavola personale); insomma una sorta di guru incline allo spasso e alla socialità, che organizza party nel suo giardino, guarisce ferite, anziché pani e pesci moltiplica hot dog e attualizza il rito del battesimo tra il giocoso e lo sportivo, mentre nei momenti di tranquillità consuma avidamente birre e spinelli come un navigato hipster.

Ma come ogni storia che si rispetti, si sa che accanto alla presenza di un eroe, deve esserci la forza tentatrice di una “Maddalena” di turno, una avvenente donna che sbuca dal nulla e lo seduce con lo sguardo invitandolo ad appartarsi e bere qualcosa insieme.

Giusto il tempo di una manciata di miracoletti preliminari, qualche ammiccamento e frasi di circostanza, e i due cominciano a spassarsela aggrovigliati in un’estasi tutt’altro che ultraterrena (alla faccia del nono comandamento) interrotta bruscamente dall’irruzione di una gang “rivale” decisa a farsi valere a forza di pestaggi e violenze e, tra zuffe, urla, schiaffi e accoltellamenti si capisce che la ragione di quel raid è di trovare la donna del boss e magari punire chi si è lasciato tentare.

Ma ormai è tardi e la frittata è fatta (è qui che la divertente clip si fa decisamente splatter) e per questo Cristo di quartiere non c’è altro modo che ricorrere all’ennesimo miracolo, magari un po’ maldestro e far esplodere qualche testa, dato che qualsiasi parola o predicozzo sarebbe stato inutile, come invece accade per la “Maddalena” redenta dalla potente voce luminosa.

dEUS. SAMAN KESH. 2012.

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