PER COLPA DI UN PANINO.
Un signore di mezza età si imbatte per caso in un cartellone pubblicitario raffigurante un mega sandwich dall’aspetto ultra appetitoso che gli provoca un languorino e lo attira verso un locale “freedom from the fork”, che però non sembra proprio un fast food ma piuttosto un inquietante interno di un istituto? di una scuola? di una palestra?
Qui, in una sala/mensa, un invitante vassoio pieno di panini preconfezionati è in bella vista ad attenderlo, un miraggio divenuto realtà pronto ad alleviare i morsi della fame, e dopo aver depositata la forchetta e tolto le scarpe come da regolamento, l’affamato visitatore si appropria di panino e si siede al tavolo al centro della stanza.
Un gruppo di studenti/ballerini in tuta grigia sono compostamente seduti sparsi alle spalle del protagonista e sulle note “cinematografiche” del compositore Joe Russo, cominciano a “ridestarsi” e imitare mimando quasi meccanicamente (ma maliziosamente) i movimenti di chi sta per pregustare quel panino farcito, quasi indifferente ma anche un po’ seccato da quella curiosità inopportuna.
Ma…mai frapporsi tra la fame atavica e il suo soddisfacimento durante la pausa pranzo, specie se si tratta di qualcosa che appare veramente delizioso!
Il gruppo si avvicina sempre più con fare invadente e dispettoso, e unendo gesti misurati di teatro-danza ad altre prepotenze assortite riesce a sottrarre il panino dalle fauci dello sventurato (Will Hines) ormai vittima di quella grottesca coreografia che si sviluppa in un crescendo sempre più cattivo e caotico, sulla falsariga di certe scene caratteristiche dei vecchi musical, che il regista Jonny Look ha certamente tenuto in considerazione spruzzando di ironia più di qualche passaggio.
La speranza di recuperare quel benedetto sandwich sballottato ovunque si fa sempre più sottile, per i mille impedimenti, di braccia e gambe intrecciate, ostacoli e trappole “umane” messi in opera dallo stile perfettamente oliato del collettivo, tra passaggi in sincrono, colpi e contraccolpi, meticolosi e impertinenti, e sempre in bilico tra il serio e il faceto.
JOE RUSSO. JONNY LOOK. 2019.
