BREATHE ME / SIA (DANIEL ASKILL)

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TRISTEZZA, ISTANTE PER ISTANTE.

La prima esperienza multimediale che lega il film maker australiano Daniel Askill e la pop singer SIA, rappresenta un ottimo esordio che si regge sul filo dell’emotività dato dalla tristissima song “Breathe me” del 2004, in cui parole e musica non trasmettono nulla di confortante, ma soltanto una flebile richiesta di aiuto, di riparo dalla solitudine, prima di “sprofondare” nel vortice buio della depressione.

Una tecnica tanto semplice all’apparenza quanto sorprendente nella soluzione, segue pari pari lo stato emozionale della protagonista (la stessa Sia Furler) colta nell’intimità delle giornate passate in solitudine a rivangare riflessioni esistenziali e “catturata” istante per istante, seguendo un percorso lineare fatto di migliaia di polaroid che ne restituiscono non solo la fluidità dei movimenti ma anche i retropensieri, le fantasie e le aspettative.

Un racconto per immagini che si accavallano in modo frenetico e a volte discontinuo esalta lo stato confusionale di una ragazza, il suo triste risveglio, il vagolare e il perdersi su e giù per le scale dell’appartamento, il cambiare compulsivo di abiti con l’espressione in volto perennemente assente che rivela disagio e costrizione che la obbligano talvolta a immaginare la presenza di possibili amici disposti a farle compagnia e a tirarla un po’ su.

Nell’epilogo, un salto dalla finestra che sembrerebbe porre fine in modo tragico a quell’esistenza, in realtà prende una piega speranzosa di libertà e desiderio di comunicare finalmente con l’esterno, che si risolve in una corsa senza meta con il viso raggiante e non più immortalata dalla “stretta” cornice delle polaroid.

SIA. DANIEL ASKILL. 2004.

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