HOW DID WE GET SO DARK? / ROYAL BLOOD (THE SACRED EGG)

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PER UN PUGNO DI BIANCONIGLI.

Si sa, il coniglio si è da sempre dimostrato un animale dal forte potere simbolico, che voglia significare codardia, candore o prosperità e buona fortuna. E poi la lepre di Esopo, la zampa portafortuna, il coniglietto pasquale…
Ma quando si parla di conigli bianchi, la mente vola subito ad Alice e al suo onirico trip nel Paese delle Meraviglie; e, in una rete indistricabile di citazioni, si arriverà così al Neo di Matrix, e magari anche all’acidità dei Jefferson Airplane con la loro celebre White rabbit.

Insomma, la portata metaforica di questo dolce batuffolo di pelo è una vera manna per artisti visionari, allegorici, o anche solamente molto ironici.

Il duo creativo inglese composto da Ed Kaye e Alex Mayor, in arte The Sacred Egg, riesce a ricadere in tutte e tre le suddette categorie: con uno stile grafico degno dei migliori e più cupi cinecomic di Hollywood, la coppia di registi fabbrica per l’incalzante brano dei Royal Blood un bizzarro universo dai sentori post-apocalittici, immerso nello squallore di una civiltà allo sbando dove la miseria e la criminalità hanno preso il sopravvento.

L’oscuro antieroe del video si presenta come un grosso e imperturbabile barbone, che guida una scintillante macchina nera e spara senza ripensamenti ai disadattati che incontra per la strada.
Chi sarà questo misterioso “hobo with a gun”? Un giustiziere solitario, un assassino professionista, oppure un semplice sopravvissuto che ha sposato la causa della violenza per conformarsi alla durezza di questo nuovo mondo?
Sembra proprio che la risposta giusta sia la terza: dopo ogni omicidio, infatti, il nostro omaccione sottrae alle sue vittime un bene indispensabile, forse ciò che ora costituisce la più importante risorsa dell’intera umanità.

Un… coniglio bianco!

Ebbene sì, nel neocosmo dipinto dai registi il valore dei conigli bianchi supera ogni immaginazione, e di certo la loro utilità va ben oltre il semplice consumo alimentare.
Quale sia la loro funzione resta un mistero, ma dal modo in cui il signor raccattatore preleva la refurtiva e vi tappezza la lucida carrozzeria della sua auto, tramutandola in una sorta di opera d’arte surrealista su quattro ruote, sembra suggerire un valore simbolico ancor più che pecuniario.
Gli ultimi rimasugli di un animo innocente? I sogni, la fede e le speranze che ci danno la forza di andare avanti nonostante ogni avversità? La curiosità e l’immaginazione che spianano la via per un’evasione spirituale? Tutte qualità estremamente rare in un futuro crudele e buio come quello ritratto nel video.

In ogni caso, la collezione lagomorfica del barbuto protagonista cresce di delitto in delitto, finché la sua attività non viene intercettata da un paio di sciacalli dell’asfalto che si guadagnano da vivere allo stesso modo, ammazzando i malcapitati e tappezzando di conigli la loro vettura.
Ne deriva uno spettacolare inseguimento automobilistico cadenzato da sfolgoranti ralenti e colpi d’arma da fuoco a profusione. Un concentrato ultra-stylish di pulp all’azione!
E se ci si stupisce dell’abilità degli animaletti a starsene attaccati al cofano e al tettuccio dei veicoli durante quella folle corsa, si rimane ancora più sorpresi una volta giunti al finale del clip.

Mentre percorrono una strada sperduta nei campi, le due macchine attirano l’attenzione di una comunità muliebre che sembra aver optato per uno stile di vita campestre.
Decine di donne (con tanto di mazzi di carote stretti in pugno!) camminano fra l’erba con fare minaccioso, muovendosi in direzione della carreggiata – e delle vetture – come un’orda di sacerdotesse pazze che non stonerebbero in un folk horror.
Persino i tre acchiappa-conigli si preoccupano, e, dopo una cauta sosta, ripartono all’improvviso più interessati a una rapida fuga che non alla salvaguardia dei loro bottini. Peccato che il nostro cacciatore solitario abbia poca fortuna con l’accensione dell’auto: mentre i suoi nemici si dileguano, lui resta immobile e indifeso al centro della corsia.
Le fameliche orticoltrici lo accerchiano come in un incubo alla John Carpenter, depredandolo dei suoi sudati coniglietti bianchi.

C’è però da dire che, dalla materna cura con cui le signorine sfamano le bestiole, si direbbe che le loro intenzioni siano assai meno venali e materialistiche rispetto ai precedenti “proprietari”.
Chissà, magari, in questo strano domani, solamente le donne saranno in grado di conservare e nutrire ciò che rimane della purezza del passato…
I fautori del “Girl Power” esulteranno!

ROYAL BLOOD. THE SACRED EGG. 2017.

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