MALEDETTA GELATINA.
Una giornata assolata e afosa d’estate, in un giardino con tanto di piscina in cui relax e abbronzatura non lasciano prevedere cosa il destino sta preparando mettendosi di traverso dietro l’apparente tranquillità, trasformando l’idilliaco pomeriggio in una concatenazione di eventi da tragicommedia dagli esiti più che bizzarri.
Le riprese di Michael (!) indugiano sui particolari, posandosi ora sulla pelle avvizzita della donna (ex procace ormai in età) distesa a prendere il sole accanto al suo fido, “monocolo” cagnolino, ora sulle doti virili dell’addetto alle pulizie della piscina con tanto di slip a stelle e strisce e, spostando lo sguardo più in alto, su un operaio sudaticcio intento a manovrare una gigante gru con agganciato un pianoforte a coda.
Le inquadrature pian piano si aprono e rivelano una serie di tic e comportamenti tipici e certo non di buon gusto (accentuate da un ralenti dal sapore viscido e tendente al soft porno) dove ostentazione, kitsch e morboso giocano una bella partita per aggiudicarsi l’esclusiva, con il bagaglio caricaturale e cinico proprio del miglior cinema trash di John Waters.
Complice la calura, la spossatezza, il gusto appiccicoso dei cubetti di “jello” trangugiati dalla donna opportunamente spalmata di abbronzante e l’insidia di un’ape dispettosa, i tre personaggi in scena (anzi quattro considerando anche il cane) vengono coinvolti in una serie di incidenti dall’esito tragicamente cartoonesco, (chi non ricorda il masso che dall’alto colpisce ogni volta il povero Willy il coyote, oppure la celebre gag della vecchietta e dei suoi tre cani ne “un pesce di nome Wanda”), all together e con un sincronismo perfetto, il manutentore della piscina perde l’equilibrio e vi scivola dentro bagnando la signora che provvidenzialmente si alza nervosa dalla sdraio e urla in preda al panico, il manovratore della gru aggredito da un’ape perde il controllo dei comandi facendo sganciare il pianoforte sospeso che inesorabilmente precipiterà sul povero e indifeso cagnetto, rimasto lì a gustarsi gli agognati pezzetti di gelatina sparsi sul pavimento.
La tragica logica della catena degli imprevisti.
THE SHINS. MICHAEL. 2007.