PROIETTILE VAGANTE, RAZZISMO STRISCIANTE.
Aus Taylor dirige con tocco leggero (ma non tanto), un video, “Bullet Man” che riprende l’annoso dramma del razzismo, attraverso una storia incredibile e dall’andamento sconclusionato che ha inizio in un campo immerso nella natura, con tanto di roulotte e nonno redneck razzista che si esercita col suo fucile sparando ad una sagoma non a caso “total black”.
Dopo l’ennesima bravata suprematista del nonno, il giovane nipote in breve tempo e per qualche strano sortilegio si ritrova con le sembianze di un ragazzo nero, e, visti gli antefatti tutt’altro che rassicuranti, non ci pensa due volte per darsela a gambe e fuggire da quella situazione oltremodo pericolosa.
E difatti, anche il nonno non ci pensa su due volte e gli spara un colpo di fucile, che attraverso una soggettiva piazzata su un proiettile rotante ci catapulta in una di quelle commedie action vagamente ’80s, nelle quali l’unico modo per sfuggire alla morte è correre a perdifiato!
Il proiettile segue imperterrito il ragazzo tra i prati, selciati, le stradine di periferia, cortili e dentro i corridoi di un liceo, e infine nella sala vuota di un cinema, zigzagando senza tregua in una “rincorsa” sfrenata; ma non c’è nulla da fare, il “nemico rotante” è sempre lì a poca distanza dalla preda pronto a cogliere il momento propizio e farla secca; un espediente tecnico artigianale (quello della paradossale soggettiva), perfettamente funzionale al taglio grottesco e sopra le righe della situazione, simile ad alcune trovate demenziali della simpatica serie “scuola di polizia” o “una pallottola spuntata”…
In un vorticoso montaggio le sequenze e le traiettorie cambiano ad ogni secondo seguendo il ritmo trascinante del duo losangelino “Paris Texas”, che ci trasmette un crescendo di apprensione per il giovane fuggitivo, impossibilitato a trovare una via di scampo o un momento per riprendere fiato, e nemmeno un tuffo in piscina servirà a granché, in quanto nell’epilogo la fatalità avrà il sopravvento e riporterà le cose al punto di partenza; purtroppo “finita la corsa”, il corpo del ragazzo viene trascinato, sotto gli occhi sbigottiti dei clienti, fuori da una tavola calda dove si era rifugiato, ed è proprio in questo ultimo atto che la storia perde la sua verve ironica e diventa testimonianza della tragedia della violenza armata che troppo spesso rimane impunita.
PARIS TEXAS. AUS TAYLOR. 2023.