TA FÊTE / STROMAE (LIEVEN VAN BAELEN)

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È QUESTA LA LIBERTÀ?

Il cantante belga Stromae, per questo video diretto da Van Baelen, impersona un tiranno negli eleganti panni “afro” vagamente anni ’70 e si presenta con tutta la sua spocchia al centro di una specie di stadio/arena davanti a migliaia di spettatori scalpitanti, vestiti tutti allo stesso modo, in smoking e bombetta.

Con un bastone/asta di microfono in mano e con sguardo imperioso scruta la folla in visibilio che attende il fatidico colpo sul pavimento che sarà il segnale di avvio per la prossima sfida, un’escalation di violenza sulla falsariga un po’ modernizzata delle antiche lotte gladiatorie.

L’arena in questione, simile a un campo di calcio, è però soffocata da mura che si innalzano altissime e racchiudono progressivamente un labirinto che si sdoppia a dismisura e il giocatore selezionato in random tra le migliaia di spettatori presenti, dovrà affrontare una serie di ostacoli e scontri con energumeni messi lì per annientarlo, e per cercare di salvare la pelle in prove sempre più sfiancanti, fugge alla cieca tra cunicoli e corridoi arrampicandosi su muri e pilastri tra agguati e trappole, in una specie di drammatica session di parkour.

Mentre nelle tribune la folla segue la scena rispondendo in coro al canto di Stromae, nell’ombra del labirintico percorso si snodano le insidie che ostacolano la corsa del malcapitato prescelto: c’è chi lo piglia a cazzotti, chi gli lancia strani oggetti affilati, chi lo pesta brandendo un enorme martello e perfino un paio di donne altrettanto aggressive vogliono fargli “la festa” a forza di mattarellate, calci volanti e lunghe catene, in una dinamica sequenza che può ricordare il set degli action survival come la saga di “Hunger Games” o “Squid Games”, “Maze Runner” o il più classico “L’implacabile”, che fanno leva anch’essi sulle crudeltà proprie di certi giochi di ruolo, che assecondano i gusti di un pubblico che confonde sadismo e intrattenimento.

Nell’epilogo, dopo tutte le traversie dell’inseguimento sui bordi del labirinto, il giovane, guardandosi attorno si ritrova immerso in una spettacolare e angosciosa scenografia post-apocalittica, in cui è rimasto solo un esiguo spicchio di verde simbolo dell’inanità del suo sforzo, mentre all’intorno si propaga a vista d’occhio un tetro panorama: una sterminata città grigia e cieca.

STROMAE. LIEVEN VAN BAELEN. 2014.

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