IN SKATE NEI SUOI PENSIERI.
Hopkins segue il producer indipendente (stra-influente in rete) per le strade di Los Angeles sul ritmo rilassato ed evocativo del brano “Lonely dance” in cui viene mixato con grande sensibilità hip hop strumentale su beats semplici “sporcati” dal logorio del tempo reinterpretando la celeberrima “Pavane pour une infante défunte” di Maurice Ravel.
Un esperimento di adeguamento al tempo attuale, in cui si rimaneggia musica sinfonica ed elettronica povera, (operazione furba?) che caratterizza l’intero album “Lofi Simphony” prodotto nientepopodimenoche dalla Deutsche Grammophon (chissà se apprezzato di buon grado dai puristi della musica classica).
Tornando alla clip, il merito del regista è quello del perseguire una giusta sintonia del montaggio tra ciò che si ascolta e ciò che si vede, e una fine tecnica in post produzione, in cui si fonde la grana vintage della pellicola ad effetti in CG, split screen e immagini destrutturate nei dettagli che conferiscono una dimensione soffusamente alterata del vagabondare solitario del protagonista L. Dre insieme al suo onnipresente skate.
Si sovrappongono scene urbane e suburbane in questo viaggio lento e intimista, segnato da fugaci panoramiche di luoghi più riconoscibili della città filtrate da una patina vintage ad altre di luoghi più anonimi e periferici, sapientemente fuse in caleidoscopiche scomposizioni perfettamente aderenti al mood nostalgico della composizione raveliana.
La presenza di L. Dre vestito di nero e sneakers arancioni, nelle varie fasi di questa narrazione tra l’astratto e il riflessivo, è osservata nei vari momenti del suo fluido peregrinare in skate in giro per la città californiana, da una mdp “fedele” e oggettiva, che ne asseconda discretamente il fascino della solitudine della scoperta di un turista perduto nei suoi pensieri, come fosse prigioniero di un loop nostalgico da cui è impossibile districarsi.
L. DRE. JUSTIN DAASHUUR HOPKINS. 2023.
Un montaggio di sequenze urbane in cui sono presenti sfuocature ed altri effetti dal sapore vintage che all’inizio può dare un’impressione di casualità ma si lega al carattere malinconico del brano, rendendolo piacevolmente riflessivo.