INTERMEZZO SURREALE.
Un ingresso trionfale in uno stadio gremito di gente, tra applausi pieni di ammirazione e bandierine colorate. La star che si presenta al pubblico è interpretata dall’attore statunitense Ray Wise: chi non lo ricorda (oltre ai tanti film) nei panni di Leland Palmer, il misterioso e ambiguo padre di Laura nella serie TV degli anni ’90 “Twin Peaks”?
Mentre Wise sale su una pedana colorata per esibirsi nella struggente canzone dei Beach House, prestandosi di buon grado a reinterpretarla in lip-sync e con un aplomb da crooner navigato, tutto attorno si crea una parata “circense” carica di ironia fino al non-sense, una specie di intervallo/show di un evento sportivo in cui si alternano cheerleaders ammiccanti, acrobati concentrati a stupire un pubblico caloroso ed entusiasta, invasioni di campo e poliziotti, prove di abilità a volte imbarazzanti e sfoggio di costumi stavaganti e maschere animalesche.
Nell’apoteosi coreografica del finale, tra fuochi d’artificio, acrobazie bizzarre e un pubblico visivamente emozionato, la star della serata monta solennemente su un cavallo bianco e si allontana intonando gli ultimi versi della dream-song dei Beach House, prima di congedarsi dalla folla in visibilio che comunica il suo entusiasmo con applausi e delicati gesti con le mani.
Un video che cattura per la sua particolarità anche leggermente enigmatica, diretto dal poliedrico Eric Wareheim (del duo comico americano nella serie TV “Tim and Eric”) che grazie alla commistione tra il serio e il faceto suggerisce la sua vicinanza all’atmosfera surreale propria della cinematografia di David Lynch, compresa la preziosità delle immagini al ralenti che intensificano l’espressività delle azioni, conferendo all’insieme una dimensione festosa e rasserenante, sospesa in un’aura sognante, quasi una scia della voce eterea di Victoria Legrand.
BEACH HOUSE. ERIC WAREHEIM. 2013.
