FEELS LIKE WE ONLY GO BACKWARDS / TAME IMPALA (BECKY E JOE)

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UN GIOCO DA BAMBINI.

Non so se lo sapete ma là fuori tutt’oggi c’è una guerra: l’annoso scontro tra plastilina e il DAS. Fa meno morti di Russia – Ucraina e non fa notizia come Israele – Palestina ma ha comunque una bella incidenza sul sano sviluppo di migliaia di bambini che saranno poi i dirigenti di domani. Mentre il DAS (che poi è il nome della marca e non del materiale) secca ed è grigio, la plastilina nel tempo conserva una buona plasticità senza indurirsi ed è di tantissimi colori.

La plastilina è fatta principalmente di olio, argilla e cera e tanti sono gli alunni che sono stati, vengono e saranno obbligati a divertirsi modellando e modellando e modellando formine che non avranno mai requie o un posto tutto per loro e non lasceranno il segno come una opera d’arte: saranno impastati nuovamente e riutilizzati finché non raggiungeranno il paradiso della plastilina, cioè il bidone della spazzatura.

La plastilina al momento sta intorno ai 2 euro a panetto e quindi diciamo che il video Feels Like We Only Go Backwards fatto per i Tame Impala non deve essere costato tantissimo sul piano dei materiali. È un’animazione molto vibrante e piacevole. Un modo fresco e spumeggiante di illustrare la musica e tutte le tavole, cioè tutti i frame del video, sono fatte di coloratissima plastilina (non di DAS).

Becky Sloan e Joseph Pelling, gli artisti inglesi che hanno creato quest’animazione, hanno lavorato e modellato più di un migliaio di tavole per costruire una storia con un effetto lisergico fatto di lampi, gesti espressivi e un forte impatto estetico. Utilizzando la plastilina come un colore da spalmare, ci raccontano una specie di viaggio onirico fatto di esplosioni e morphing, geometrie e astrazioni. Un viaggio di teste e dentro le teste. Il video, con un chiaro taglio artistico e metaforico, mi pare tenti una riflessione sull’importanza del cervello, luogo del possibile e dell’immaginazione, dove accadono sentimenti ed emozioni, ma anche luogo di ragionevolezze e impulsi. Concentrandosi sulla forma stilizzata della testa ci fa vedere una sperimentazione psichedelica che ricorda certa arte di meta del ‘900.

Che cosa ha in testa questo cervello umano? Scoppi di sentimenti, vibrazioni emotive, ricordi, speranze e racconti. Dalle geometrie più astratte e universali che stanno tra l’astronomia e la mistica a tutti i comparti dell’universo trasformate in stanze, in scene quotidiane mischiate a fantasie e sogni. Sono luoghi e stanze da dove entrare e uscire, mondi e sensazione: come se il cervello fosse ragione e causa di tutto quello che ci accade al punto che questo cervello poi diventerà, come si vede nel finale del video, la visione di un dio tridimensionale, come un vecchio Zeus canuto che muove tutti i fili.

Ecco, tutto questo fatto di plastilina! Gioco per bambini che non secca mai…

TAME IMPALA. BECKY E JOE. 2012.

 

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