THE WORLD KEEPS SPINNING.
Andy Stott è quello che in gergo viene detto un “producer”, un “producer” è un non-musicista che fa musica senza usare strumenti ( o se li usa li usa solo marginalmente) e che comunque riesce a fare una musica che fa parlare di sè.
Il video, che possiamo attribuire alla regia di Rebecca Salvadori ma che coinvolge diverse professionalità, è diviso in quattro movimenti:
Interno che ruota intorno al movimento del ballerino (Lewis Walker) , un esterno londinese notturno, un esterno in aperta campagna con un albero (scelto da Charles Armstrong e Alejandro Rodriguez) con il ballerino che ripete lo stesso movimento dell’interno, unico elemento non analogico è la ricostruzione virtuale di una scultura di Shiro Takahashi “Parallel Axes type” in pratica un parellelepipedo che ruota su se stesso.
Come ruota la stanza attorno a Lewis Walker. Che ruota su se stesso.
C’è un rapporto stringente tra una certa ricerca musicale e l’arte contemporanea, se vi chiedete se esita una possibile coesistenza tra tutte le arti, anche quelle che utilizzano la tecnologia computerizzata resterete ad osservare i movimenti.
Difficile dividere i compiti, può essere che esista una connessione tra i primi tre movimenti, ma l’opera di Shiro Takahashi nasce alla fine degli anni ’70, eppure sembra contemporanea alla musica che lo accompagna.
Il video sembra anzi una sonorizzazione di quell’opera, e propone una riflessione in genere sull’arte contemporanea.
Tendiamo ad attribuire all’opera d’arte una dimensione statica, Andy Stott e Rebecca Salvadori ( videoartista a tutto tondo con frequenti scorribande nella musica elettronica) ci propongono una fruizione dell’opera invece dinamica.
L’asse dell’opera di Takahashi è il corpo del ballerino, da quella spina dorsale partono una serie di movimenti circolari, una serie di vortici sonori e visuali, lasciatevi trascinare nel vortice.
ANDY STOTT. REBECCA SALVADORI. 2021
