BLACK MOLD / THE JON SPENCER BLUES EXPLOSION (TOON AERTS)

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CERCASI ANTIMICOTICO DISPERATAMENTE.

Un misterioso oggetto precipita dal cielo e atterra rovinosamente in un bosco, attirando col suo gran fumo l’attenzione di due contadini del posto.

Quante volte abbiamo visto un horror fantascientifico iniziare in questa maniera? Partendo da quello che è un vero e proprio topos del genere e optando per un’impostazione dichiaratamente cinematografica, il videomaker di Bruxelles Toon Aerts costruisce un breve e ironico omaggio ai classici della categoria.

L’energia del montaggio e il parossismo ritmico di questa visionaria escalation marcescente ben rispecchiano la grinta del brano firmato The Jon Spencer Blues Explosion, spianando la strada alla loro micidiale “muffa nera”.

Sarà ovviamente la coppia di rozzi bifolchi a pagarne le conseguenze. Del resto, sarebbe bastato tenere a mente la lezione di Blob – Fluido mortale per evitare tanti guai: mai avvicinarsi a un corpo estraneo proveniente dallo spazio, specie se è grosso e somiglia inequivocabilmente a un disco volante, e soprattutto evitare accuratamente di toccare qualsiasi sostanza nelle vicinanze!

Ma chiaramente i nostri protagonisti non sono fruitori abituali di B-movie anni ’50 o di fumetti della EC: a pochi metri dall’UFO giace una putrida mano mozzata; incuriosito, uno dei due ha la brillante idea di toccarla, senza neanche preoccuparsi dello strano fungo nero che cresce su di essa.

Pessima decisione: un po’ come accadeva a Stephen King nell’episodio La morte solitaria di Jordy Verrill del mitico Creepshow, anche il nostro subirà una lenta e inesorabile trasformazione fisica. Le spore extraterrestri gli si sono ormai posate sulla pelle, piantando i semi della distruzione. E le prime avvisaglie non tardano ad arrivare, sotto forma di terrificanti flash allucinatori.

Con triviale noncuranza, i due si allontanano dal luogo dell’incidente e tornano come se nulla fosse nella loro rustica baita, per degustare una finissima cena a base di porco arrostito, rigorosamente spolpato a mani nude e trangugiato con bestiale voracità.

La notte è ormai calata, e quella poco rasserenante atmosfera degna dell’indimenticabile La casa di Sam Raimi avvolge la baracca isolata della coppia di zoticoni, tra lugubri fulmini e ancor più tetri trofei di caccia appesi alle pareti.

I segni del contagio alieno si fanno sempre più evidenti: l’infetto accusa dapprima un insopportabile prurito, poi crisi di nervi acute, e per concludere si ritrova risucchiato in un bad trip da incubo.

La TV pare come impazzita, arrivando a trasmettere le immagini degli stessi JSBX all’opera; il continuo grattamento apre ferite purulente da cui sgorga un liquame nerastro; la crosta di peluria corvina si propaga su ogni centimetro di epidermide, dalle mani al viso, fin dentro la bocca. La mutazione è in corso, e la mostruosità del suo esito non si fatica a immaginare.

L’amico redneck – che nel frattempo si era addormentato in ebbra beatitudine con ancora una bottiglia stretta in pugno – abbandona infine il confortante abbraccio di Orfeo, e apre gli occhi… La maschera di terrore che gli si dipinge in faccia è una più che sufficiente indicazione di quale sia adesso l’aspetto del suo sventurato compare. Uno schizzo di sangue sul muro completa il raccapricciante quadretto.

Qualche tempo dopo, un’auto della polizia si ferma di fronte al rifugio dei due bifolchi per un controllo: è lo sceriffo della contea, con un malcapitato in manette sul sedile di dietro. Fra cadaveri in bella vista e cibo putrescente in ogni angolo, le ragioni per chiamare rinforzi non mancherebbero, ma l’agente decide di perlustrare la zona in solitaria, condannando se stesso e il suo prigioniero a una macabra e prevedibile fine.

Ed è giunta frattanto anche la fine del videoclip…

Ma quel “The End” in sovrimpressione non inganna proprio nessuno: gli istinti omicidi del contadino muffito reclameranno certamente un sequel!

THE JON SPENCER BLUES EXPLOSION. TOON AERTS. 2012.

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