NOSTALGIA: MIA E DI BOB
Oggi, concedendomi uno strappo alla regola, parlerò di due video clip e non di uno solo.
Oggi, che per l’appunto mi sento nostalgico, parlerò di un video antico estremamente semplice nella sua realizzazione ma potente nei riferimenti e nell’intento che poi 60 anni dopo (sessanta sottolineo) è stato modernizzato, attualizzato al gusto e al mercato ma che non ha perso smalto nemmeno un po’.
La situazione è molto gustosa e complessa, di una certa rilevanza sul piano della piccola (grande) storia artistica e mi sembra valga la pena parlarne per rilanciare un piccolo momento importante e ispirato della nostra cultura musicale e letteraria.
Il film parte dalla discesa dall’aereo di Dylan, si sviluppa seguendo i suoi passi e le sue relazioni, le interviste con i giornali, il prima dei concerti, l’incontro con i fan e altri grandi artisti, i rapporti amorosi e complicati dell’artista e (per quanto ricordi) non ha nessuna canzone riprodotta per intero a parte Subterranean homesick blues, inserita proprio in apertura del documentario e che crea involontariamente il prototipo vero e proprio dell’odierno video clip pubblicitario di un brano musicale.
D. A. Pennebaker è un regista e autore americano che decide di produrre e girare un documentario con una telecamera a mano da 16 millimetri. Questo è realizzato quasi totalmente in presa diretta e quasi totalmente improvvisato e ci racconta il tour che Bob Dylan farà in Inghilterra nel 1965.
Il video della canzone in questione, a quanto si racconta, viene inventato la sera prima di girarlo dallo stesso Dylan in una camera dell’albergo e i cartelli con le parole della canzone che appariranno seguendo il brano del video sono stati disegnati oltre che da Dylan stesso, dai musicisti Donovan e Bob Neuwirth e dal poeta della beat generation Allen Ginsberg. Questi ultimi due appariranno anche nel video in un cammeo un po’ defilato sul fondo della scena
Quindi ricapitolando un video molto semplice: Un Bob Dylan poco più che ventenne, rivolto ad una telecamera fissa con un pacco di grandi fogli scritti a pennarello in mano, li sfoglia tentando di far coincidere le parole del brano con quelle scritte. Lo scenario è un vicolo misero al limite dell’anonimo. Le immagini in bianco e nero. Due personaggi non ben inquadrati a sinistra della scena e nessun’altra concessione od orpello. Finito. Semplice e bellissimo. Ecco come si fa con poco una pietra miliare della discografia mondiale. Ecco come si fa con poco la storia.
Ora cosa accade? Circa 60 anni dopo l’invenzione di questo video Bob festeggia i suoi sessanta anni di carriera. E cosa si inventa? Il rifacimento in versione deluxe di questo suo primo video.
Partendo da quell’idea delle scritte su fogli che seguendo la canzone che ne fanno una sorta di karaoke rudimentale, nel 2022, con ritmi più precisi e moderni adatti ai nostri motion graphic, vengono ridisegnati cartelli decisamente più elaborati. Le parole le stesse ma fatte in maniera più artistica e ricercata da altri amici di Dylan, cioè artisti del calibro di Bruce Springsteen, Patti Smith, Noel Fielding, Jim Jarmusch, John Squire, Bobby Gillespie, Julian House, Zep, Cey Adams, Francis Cabrel, Wim Wenders, Anthony Burrill, Naoki Urasawa, Michael Joo e Azazel Jacobs.
Questo nuovo video va oltre: c’è un effettone speciale niente male. Se vai a questo indirizzo col tuo smartphone (qui) e inquadri qualcuno avrai la tua versione speciale e personalizzata del video clip Subterranean homesick blues 2022. In questo modo il secondo cerca di superare il primo video senza tradirlo.
Questo secondo video mantiene un po’ della semplicità del primo guadagnando tantissimo in bellezza e sperimentazione. Diventa un vero e proprio video, curato e ricco e la realtà aumentata lo rende decisamente un’esperienza figa. Tutto un buon modo per festeggiare un compleanno importante e rinverdire un’opera di grande livello ma la purezza intatta del primo video, lo spessore e la forza di un mondo ancora da fare, quella presunzione che ti fanno sentire un grande anche con carta e pennarelli mi emoziona infinitamente di più.
BOB DYLAN. D. A. PENNEBAKER. 1965
BOB DYLAN. D. A. BOB DYLAN (?). 2022.