STRONG FEELINGS / DRY CLEANING (TOM DOWSE)

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DELL’ERROR NON AVER PENA.

Azzardando un confronto, forse improprio, c’era una volta Seurat con la sua tecnica originale del puntinismo frutto di studi scientifici sulla visione e sulla percezione che su tela era in grado di suggerire immagini che si sarebbero ricomposte in modo più vivido (sebbene velato e reso poetico) sulla retina dell’osservatore.

Per il video realizzato da Tom Dowse (chitarrista dei londinesi Dry Cleaning), il procedimento usato è più o meno l’opposto di quello dell’artista francese e sfrutta fino all’estremo le potenzialità del digitale, ottenendo un’ibridazione di forme e ambientazioni ben riconoscibili, destrutturate però da sovrapposizioni geometriche di quadratini cromatici di diverse dimensioni generati dalla casualità dell’algoritmo.

In gergo si dice che quando i pixel si vedono ad occhio nudo, non è affatto buon segno e c’è qualcosa che non va, ma non certo per il nostro artista che anzi ci gongola come fosse una manna dal cielo.

Un bizzarro espediente creativo che trae vantaggio dal glitch dell’immagine dovuto a quel fastidioso ritardo nella connessione o il malfunzionamento del segnale tv, che crea lunghi frammenti di linee spezzate “pixelate” (tanto per rimanere in ambito pittorico – e anche qui con cautela – ricordano le sfalsature decorative di Klimt) che non sempre si ricompongono se non a fatica e spesso sono motivo di lunghe imprecazioni di milioni di telespettatori.

E così, la banalità delle riprese del lavorio nei cantieri stradali, in questo video acquista un quid di artistico (e qui la cosa è soggettiva) che può attrarre, ipnotizzare o anche indisporre, poco importa dato che ormai da anni si è sviluppata una nuova corrente artistica denominata “glitch photography” che sfrutta e dà rilievo all’errore tecnico nell’arte digitale (come nel caso del brasiliano Sabato Visconti) che attraverso interventi programmati ottiene risultati apprezzati, comprimendo o scomponendo la risoluzione dell’immagine reale, attraverso elaborazioni più o meno complesse in fase di rendering che ne distorcono la percezione finale, ispirando altre soluzioni ben distanti dalle immagini di riferimento.

DRY CLEANING. TOM DOWSE. 2021.

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